Trump/Putin tanti sorrisi ma nessun risultato sulla guerra in Ucraina

(Dal The Newyorker) Niente esprime meglio la capacità di resistere all’aggressione russa che accogliere l’aggressore su un tappeto rosso e applaudirlo. Venerdì, Donald Trump ha fatto entrambe le cose all’inizio del suo vertice in Alaska con Vladimir Putin. Questo saluto trionfale è stato seguito da numerose strette di mano amichevoli, una o due cordiali pacche sul braccio e un passo amichevole oltre una schiera di caccia americani F-22 alla base congiunta Elmendorf-Richardson. Quando i due sono arrivati a distanza di voce dalla stampa americana, un po’ di dura realtà si è fatta strada. “Presidente Putin, smetterà di uccidere civili?”, ha gridato qualcuno. Ma, nel milleduecentosessantottesimo giorno dall’invasione russa dell’Ucraina, Putin e Trump non hanno mai vacillato nella stucchevole cordialità con cui si erano salutati per il loro primo incontro in sei anni. Putin ha mimato di non essere riuscito a sentire la domanda e ha alzato le spalle. In un istante, Trump lo accompagnò per un giro apparentemente improvvisato sulla sua limousine presidenziale; le immagini della Bestia che procedeva lentamente verso la sede dove si sarebbero tenuti i loro colloqui formali mostravano Putin, attraverso il finestrino, con un ampio sorriso.
Quando sono riemersi , poco più di tre ore dopo, dopo una sessione più breve del previsto che non includeva il pranzo previsto, l’ammirazione reciproca continuava a fluire liberamente. Entrambi sorridevano. Trump si è concesso ai media in un’esaltazione per il “fantastico rapporto” che aveva sempre avuto con Putin e ne ha elogiato la “profondissima” dichiarazione di apertura. Putin, se possibile, è stato più esagerato di Trump, elogiando l’impegno personale del presidente americano nel “perseguire la pace”, come recitava il logo proiettato sul palco alle loro spalle. Putin ha fatto persino leva sull’odio di Trump per il suo predecessore, Joe Biden, adottando il suo punto di vista secondo cui la guerra con l’Ucraina non sarebbe mai scoppiata se Trump, e non Biden, fosse stato il presidente americano. Dopo venticinque anni al potere, l’ex agente del K.G.B. L’agente ha imparato bene come accarezzare l’ego della sua quinta controparte statunitense.
Ciò che Putin non ha offerto, tuttavia, è ciò che Trump chiede, senza successo, da mesi: un cessate il fuoco nella guerra della Russia con l’Ucraina. “Non c’è accordo finché non c’è un accordo”, ha riconosciuto Trump nel suo breve intervento. Mentre parlava di “grandi progressi” e Putin accennava ad accordi non specificati che erano stati raggiunti, “non ci siamo arrivati”, ha ammesso Trump. E questo è tutto. Dopo dodici minuti, e senza una sola domanda, la conferenza stampa si è aggiornata, lasciando i giornalisti sbalorditi a interpretare l’esito criptico: era davvero finita lì, dopo tutto il clamore di Trump?













