CINEMA – Blackhat, un ‘non capolavoro’
BLACKHAT
Di: Michael Mann
Con: Chris Hemsworth (e altri)
@: un anonimo hacker attacca una centrale nucleare di Hong Kong e fa schizzare il prezzo della soia, senza lasciare alcuna traccia. Per fermarlo, i servizi segreti orientali chiedono aiuto all’FBI: per sconfiggere l’anonimo guastafeste, la soluzione è un famoso hacker informatico, in cella per reati finanziari.
+ : i cybereati vanno di moda. Il tema è nuovo, poco trattato e conosciuto, ci si può fare molto. Poi se il protagonista è il belloccio di Hollywood di turno va anche meglio. Piacerà anche agli amanti delle sparatorie e le esplosioni: anche se i reati contestati sono informatici, da action movie americano, ovviamente, le ammazzatine, gli inseguimenti, i combattimenti non mancano. Neanche per il nostro nerd informatico: del resto, se vuole essere un supereroe, deve saper far scorrere sangue come i colleghi del settore.
– : il film parte spedito, mosso anche da una spirale misteriosa ed inquietante. Per un’ora e mezza, infatti, non si sa chi è il nemico. Poi tutto si appiattisce e diventa scontato: tanto si sa dall’inizio che il nostro eroe hacker ce la farà. E, per un film che dovrebbe essere di azione, c’è un po’ troppo amore: sempre il nostro eroe s’innamora (del resto ha passato anni in gattabuia), fa soffrire e soffre lui stesso pene d’amore. Due ore di film, abbondanti pure.
***: ogni tanto capita il film “La luna nera”. Il problema è: se sei informatico, non ti interessa che il protagonista sia bello; se non capisci niente di informatica, resti sveglio solo se sei di sesso femminile; se non sei tra le due categorie citate, allora i problemi aumentano.
Al cinema ci sono anche Cenerentola e SpongeBob, eventualmente.














