VENETO – A Treviso i profughi restano in pullman
Treviso dice no a nuovi profughi e così 35 persone passano la notte in pullman. Fra questi dieci minorenni. Provengono dall’area sub-sahariana ed erano diretti ad una struttura trevigiana dopo essere sbarcati in Sicilia. Nei giorni scorsi il sindaco di Treviso, Giovanni Manildo aveva ribadito di non volerne altri alla Prefettura di Venezia. “Treviso nei mesi scorsi nell’ottica di una risposta all’emergenza e in nome di principi di solidarietà ha messo a disposizione alcune proprie strutture, ha contribuito a promuovere incontri tra sindaci, ma ora il territorio è saturo – afferma il sindaco -. Nessun progetto d’integrazione, nessun impegno per trovare effettive soluzioni, solo una mera accoglienza a carico dello Stato, con i Comuni supplenti, che poi si trasforma in clandestinità, come i numeri impietosamente dimostrano, con tutte le conseguenze sociali che questo comporta. Non possiamo continuare ad alimentare un modus operandi che non affronta i problemi e non tiene conto del crescente disagio sociale che i cittadini provano”.
Sulla stessa linea il Governatore del Veneto, Luca Zaia: “L’incessante afflusso di immigrati dal Nordafrica, che una volta approdati vengono scaricati ovunque come pacchi postali, sta mettendo allo stremo le comunità locali e i sindaci che, sempre più numerosi, e di ogni colore politico, dicono ‘no’, non perché sono aridi egoisti come qualcuno vorrebbe farli passare, ma perché sanno che il limite è stato superato – dice Zaia -. “Cambierò idea – aggiunge Zaia – quando da qualche vertice qualcuno si prenderà la responsabilità di garantire esplicitamente e ufficialmente ai veneti e agli italiani che da quei barconi non sono sbarcati e non sbarcheranno terroristi. Nel frattempo – conclude il Governatore – l’unica cosa sensata da fare è impedire in ogni modo la partenza dei barconi dalla Libia e pensare seriamente a come portare un aiuto ai veri disperati a casa loro e prima che finiscano nei tentacoli dell’Isis”.














