Pagelle alle città d’Italia: a Vicenza si sta un po’… meglio
Leggendo la serie di notizie di cronaca sembra una bufala. Ma se i vicentini si lamentano per la criminalità che aumenta, di sicuro non possono lamentarsi se la realtà berica viene paragonata al resto d’Italia. Sono stati diffusi oggi i dati del Rapporto “Qaulità della vita” (25esima edizione) del Sole 24 ore. Sei sono le macroaree prese in considerazione: tenore di vita; affari/lavoro; servizi/ambiente/salute; popolazione; ordine pubblico; tempo libero. Come vediamo dall’immagine che riproduce parte della classifica, la nostra città ha guadagnato sette posizioni rispetto allo scorso anno, posizionandosi al 30esimo posto in Italia, in Veneto dietro a Belluno e Treviso. La peggiore è Agrigento.
In testa alla classifica Ravenna scalza Trento, vincitrice dell’edizione 2013, soprattutto grazie agli alti voti ottenuti in materia di «Servizi, ambiente e salute» (dove è prima): la disponibilità di asili rispetto alla potenziale utenza è il doppio della media, il tasso di emigrazione ospedaliera non raggiunge il 3% (media 9%), l’indice di smaltimento cause civili è pari a 52 (media 38). Bene fa anche nel capitolo «Affari e lavoro» (ottimo rapporto tra impieghi e depositi e alto tasso di occupazione, 67%) e nella «Popolazione» dove spicca per il miglior rapporto tra under 15 e over 64 (121 contro 87). Bocciatura però al capitolo «Ordine pubblico»: le alte incidenze di denunce di furti in casa, scippi e borseggi, rapine la relegano al 103° posto. Una situazione, questa della sicurezza, che comunque accomuna molte province del Nord e grandi aree metropolitane. Su questo fronte si prende invece una rivincita l’altra protagonista della ricerca 2014: Agrigento sui reati può sfoggiare un 29° posto, grazie al basso tasso di denunce presentate rispetto alla popolazione.
Nelle altre graduatorie di settore le posizioni più avanzate sono nel «Tenore di vita» (dove l’86° posto deriva tuttavia dal basso costo della casa) e nella «Popolazione» (90ª, grazie in particolare alla modesta incidenza di divorzi e separazioni, solo 36 ogni 10mila famiglie, contro una media di 53). Non passa i test nel «Tempo libero»(106ª sia nella graduatoria di settore sia nell’indice di sportività) , nei «Servizi» (103ª, con il verdetto peggiore nell’esame di Legambiente) e in «Affari e Lavoro» (102° gradino).
Guardando la classifica dell’edizione 2014 nel suo insieme, si osserva una top ten composta prevalentemente da realtà medie o piccole, del Nord Est, montane.














