VENETO – Goletta Verde al Lago di Garda: tre punti su cinque inquinati

Presentati i risultati delle analisi microbiologiche del lago di Garda: su 5 punti campionati 3 sono risultati inquinati e 2 entro i limiti.
Si è conclusa la prima tappa dell’edizione 2018 di Goletta dei laghi sul Lago di Garda, la campagna di Legambiente realizzata in collaborazione con il CONOU – Consorzio nazionale per la gestione, raccolta e trattamento degli oli minerali usati – e Novamont, che da 13 anni attraversa l’Italia per monitorare la qualità delle acque, degli ecosistemi e dei territori lacustri. Questa mattina sono stati resi noti i risultati delle analisi microbiologiche dei campioni prelevati nella sponda veneta del Benaco.
Alla conferenza stampa erano presenti il responsabile della Goletta dei Laghi Simone Nuglio, la presidente di Legambiente Verona Chiara Martinelli, Lorenzo Albi del circolo di Legambiente Verona e i tecnici della Goletta.
Il lavoro della Goletta dei Laghi si è concentrato su due fronti principali di indagine: quello delle microplastiche sulle spiagge e in acqua e quello dell’inquinamento microbiologico. Per quanto riguarda il primo fronte, dal 29 giugno, data in cui hanno avuto inizio i monitoraggi, hanno lavorato 10 tecnici, per un totale di oltre 20 ore di campionamento. In particolare, sono stati 6 i punti monitorati intra-lago alla ricerca delle microplastiche: tra Bardolino e Lazise, a nord di Sirmione, al centro lago davanti Garda, a Brenzone sul Garda, davanti Gargnano e a Castelletto, per un totale di 5,7 km. Inoltre il lavoro dei tecnici ha riguardato anche un’area di 250 mq nelle spiagge di Lonato del Garda, Torbole, Toscolano Maderno, Pacengo (frazione di Lazise), la spiaggia di Punta Gro’ (Sirmione) e 4 ponti, di cui due a nord (Arco e Torbole sul fiume Sarca) e 2 a sud (Valeggio sul Mincio e Peschiera del Garda sul fiume Mincio).
IL DETTAGLIO DELLE ANALISI MICROBIOLOGICHE DI GOLETTA DEI LAGHI
Per quanto riguarda le analisi del microbiologico, rispetto allo scorso anno, i punti campionati sono stati ridotti al fine di concentrare le analisi su foci e canali “malati cronici”. Nel complesso, su 5 punti monitorati sulla sponda Veneta, 3 sono risultati inquinati e 2 entro i limiti. Sorvegliati speciali i campioni prelevati a Garda alla foce del torrente Gusa, a Castelnuovo del Garda presso la foce del Rio Dugale dei Ronchi e a Bardolino alla foce del torrente San Severo, che confermano il trend negativo delle passate edizioni. Rientrano, invece, nei limiti di legge i prelievi effettuati presso la foce del torrente Marra e a Peschiera del Garda presso la foce del Rio Sermana (vd. tabella riepilogativa di seguito).
Nelle analisi della Goletta dei laghi vengono prese in esame le foci dei fiumi, torrenti, gli scarichi e i piccoli canali che si trovano lungo le rive dei laghi, punti spesso segnalati dai cittadini attraverso il servizio SOS Goletta*: queste situazioni sono i veicoli principali di contaminazione batterica di origine fecale, dovuta all’insufficiente depurazione degli scarichi civili che attraverso i corsi d’acqua arrivano nel lago. Quello di Legambiente è un campionamento puntuale che non vuole sostituirsi ai controlli ufficiali, né pretende di assegnare patenti di balneabilità, ma restituisce comunque un’istantanea utile per individuare i problemi e ragionare sulle soluzioni.
«Due degli storici sorvegliati speciali quest’anno sono risultati entro i limiti. È un dato che non può far abbassare minimamente la guardia, anche perché non è riscontrabile alcun provvedimento che possa aver influito positivamente sulla qualità delle acque di questi due corsi d’acqua. Per questo motivo – commenta Simone Nuglio, responsabile della Goletta dei Laghi – non escludiamo che in futuro possano essere fatte delle segnalazioni alle autorità competenti per inquinamento ambientale sui luoghi risultati storicamente fuori dai limiti di legge, perché non possiamo assolutamente permetterci di abbassare la guardia su questo ormai cronico problema».
Per il terzo anno la Goletta ha affiancato alla ricerca degli indicatori biologici quella delle microplastiche. I dati raccolti verranno elaborati nei laboratori di Enea – l’Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l’energia e lo sviluppo economico sostenibile – e presentati in autunno. Anche l’edizione 2017 ha consentito di ottenere un database di informazioni sulla presenza di microplastiche unico a livello italiano. Nell’ultimo campionamento, il Lago di Garda presentava una densità media di 10mila particelle per chilometro quadrato.
«I dati del campionamento microbiologico confermano la necessità di proseguire il nostro impegno nel costante monitoraggio non solo del lago ma di tutto il bacino idrico collegato all’entroterra alla ricerca delle principali criticità – dichiara Chiara Martinelli, presidente Legambiente Verona –. Il fatto che la foce del torrente Gusa sia risultata inquinata dopo alcuni importanti interventi eseguiti da AGS, con la sostituzione di tubazioni ammalorate individuate durante le indagini effettuate nell’entroterra in collaborazione con Legambiente Verona, ci fa pensare che il problema delle reti ammalorate, dei guasti e degli scarichi fuori controllo e/o abusivi sia molto più diffuso di quanto poteva apparire. Resta il fatto che la strada aperta, in collaborazione tra AGS, ARPAV e Legambiente nella ricerca nell’entroterra delle cause degli inquinamenti microbiologici rilevati alle foci dei torrenti, è quella giusta. Obiettivo irrinunciabile – conclude Chiara Martinelli – la separazione delle acque bianche dalle nere, sia per il nuovo collettore che per le reti interne ai comuni, così come prescritto dal Piano di Tutela delle Acque, dai regolamenti delle ATO e da quanto disciplinato dal D.lgs 152/2006».
Sabato 7 luglio, dalle 9.30 alle 13.00 presso la Sala Brunelli del Palazzo Comunale, appuntamento a Desenzano del Garda (BS) con “Investire nella qualità delle acque del Garda”, un convegno che intende promuovere un aperto confronto tra rappresentanti di Legambiente, delle Regioni e dei Comuni rivieraschi su come migliorare la qualità delle acque del Benaco.
Anche quest’anno il Consorzio nazionale per la gestione, raccolta e trattamento degli oli minerali usati CONOU è main partner di Goletta dei Laghi di Legambiente. Attivo da 34 anni, il CONOU garantisce la raccolta e l’avvio a riciclo degli oli lubrificanti usati su tutto il territorio nazionale. L’olio usato che si recupera alla fine del ciclo di vita dei lubrificanti nei macchinari industriali, ma anche nelle automobili, nelle barche e nei mezzi agricoli è un rifiuto pericoloso per la salute e per l’ambiente che deve essere smaltito correttamente: 4 chili di olio usato, il cambio di un’auto, se versati in acqua inquinano una superficie grande come sei piscine olimpiche. Ma l’olio usato è anche un’importante risorsa perché può essere rigenerato tornando a nuova vita in un’ottica di economia circolare: il 95% dell’olio raccolto viene classificato come idoneo alla rigenerazione per la produzione di nuove basi lubrificanti, un dato che fa dell’Italia il Paese leader in Europa. «La difesa dell’ambiente, in particolare del mare e dei laghi – spiega il presidente del CONOU, Paolo Tomasi – rappresenta uno dei capisaldi della nostra azione. L’operato del Consorzio non solo evita una potenziale dispersione nell’ambiente di un rifiuto pericoloso, ma lo trasforma in una preziosa risorsa per l’economia del Paese».
*SOS Goletta: Per segnalare casi di inquinamento è possibile inviare una email a sosgoletta@legambiente.it con una breve descrizione della situazione, l’indirizzo e le indicazioni utili per identificare il punto, le foto dello scarico o dell’area inquinata e un recapito telefonico.













