14 Maggio 2025 - 10.41

USA – I fratelli Menendez verso la libertà vigilata

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Un giudice della California ha deciso di ridurre la pena di Lyle ed Erik Menendez, i due fratelli condannati all’ergastolo senza possibilità di libertà condizionata per aver ucciso i propri genitori nel 1989. Dopo 35 anni di carcere, il loro caso torna d’attualità: il magistrato ha aperto la possibilità di una futura scarcerazione, stabilendo un nuovo passaggio decisivo per il prossimo 13 giugno, quando una commissione giudiziaria dovrà valutare il loro comportamento in prigione.

Durante l’udienza di martedì 13 maggio, i fratelli si sono scusati pubblicamente in collegamento video. “Ho ucciso mia madre e mio padre. Non ci sono scuse. Mi assumo la piena responsabilità delle mie azioni,” ha dichiarato Lyle Menendez, oggi 57enne. Anche Erik, 54 anni, ha ammesso: “Ho sparato cinque volte ai miei genitori, sono andato a prendere altre munizioni. Ho mentito alla polizia e alla mia famiglia. Sono profondamente dispiaciuto.”

La famiglia ha espresso sostegno alla loro scarcerazione. “Riteniamo che 35 anni siano sufficienti,” ha detto Anamaria Baralt, loro cugina. “Li abbiamo perdonati. Meritano una seconda possibilità.”

Il procuratore distrettuale di Los Angeles, Nathan Hochman, si è opposto con fermezza alla possibilità di rilascio, sostenendo che i due non avrebbero ammesso tutte le bugie raccontate nel corso delle indagini. All’epoca dei fatti, i fratelli avevano incolpato inizialmente la mafia, cambiando più volte versione, fino a che una registrazione di una seduta di psicoterapia rivelò la confessione di Erik.

Il governatore della California, Gavin Newsom, ha ancora la possibilità di intervenire per bloccare la libertà vigilata.

Il caso Menendez ha attirato l’attenzione nazionale fin dagli anni ’90, diventando uno dei primi processi trasmessi in TV. La vicenda è tornata di attualità grazie a una docuserie Netflix, che ha rinfocolato il dibattito sulle motivazioni del delitto: secondo l’accusa, i fratelli avrebbero ucciso per ereditare una fortuna di 14 milioni di dollari. I difensori, invece, hanno sostenuto che si trattasse di un gesto disperato per fuggire da anni di abusi sessuali da parte del padre, con la madre consapevole ma passiva.

La decisione finale sul loro futuro resta ancora da definire.

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