Rucco (FdI): “Desertificazione bancaria in Veneto e a Vicenza: è ora di agire con urgenza”

La desertificazione bancaria è un fenomeno profondo e crescente che colpisce il Veneto e, in particolare, la provincia di Vicenza. La costante chiusura di sportelli bancari non è soltanto un dato numerico: è un danno sociale ed economico che richiede interventi mirati e immediati.
Secondo i dati dell’Osservatorio Orietta Guerra della Uilca, su fonti di Banca d’Italia, Istat ed Eurostat, al 31 marzo 2024 risulta che:
• 19% dei comuni veneti (106 su 563) risultano completamente privi di sportelli bancari (desertificazione assoluta),
• 25% (139 comuni) ne hanno solo uno (desertificazione parziale).
In termini di territorio, il 14% del territorio regionale è privo di sportelli, mentre quasi il 17% dispone di un solo presidio  .
Il problema colpisce duramente le fasce più fragili della popolazione. In quasi tutti i comuni completamente desertificati, oltre il 20% degli abitanti ha più di 65 anni, spesso con scarsa confidenza col digitale: solo il 61% della popolazione veneta utilizza l’internet banking .
Le imprese locali sono altrettanto penalizzate. Oltre 11.400 aziende si trovano oggi senza uno sportello bancario nel comune della propria sede, e ben due terzi di queste hanno vissuto tale privazione negli ultimi dieci anni. Inoltre, 34.000 comuni con un solo sportello bancario, in aumento di 6.000 unità nell’ultimo anno, rappresentano un ulteriore campanello d’allarme .
Guardando a livello regionale, la provincia di Vicenza figura tra quelle più colpite: la desertificazione assoluta è rilevante (18,4% dei comuni senza sportelli), preceduta solo da Belluno (50,8%) e Rovigo (36%) .
Il trend negativo, purtroppo, prosegue. Dati più recenti al primo semestre 2025 mostrano che in Italia sono state chiuse 261 filiali bancarie, lasciando oltre 3.400 comuni senza alcun sportello (pari a circa 4,7 milioni di residenti) – il 43,2% del totale comunale nazionale. Veneto è tra le regioni con maggior incidenza .
Nel solo primo trimestre 2025, le chiusure sono state 95: 5 comuni senza sportelli, 18 con presenza ridotta a un solo sportello, coinvolgendo circa 100.000 persone in più rispetto alla fine del 2024 .
Francesco Rucco, esprime forte preoccupazione: “Questi dati non raccontano solo una crisi bancaria, ma una crisi di accesso, un impoverimento del tessuto sociale ed economico. Servizi essenziali per anziani, famiglie e imprese si stanno allontanando. Senza sportelli fisici, si rischia l’esclusione finanziaria, con effetti devastanti sulla coesione territoriale e lo sviluppo locale.”
Le proposte di Rucco:
1. Rilancio della rete fisica bancaria, anche attraverso strumenti innovativi come sportelli condivisi o corner finanziari in spazi pubblici o commerciali.
2. Incentivi e accordi con istituti locali, cooperative e banche territoriali per garantire presenza capillare.
3. Supporto tecnologico e inclusione digitale, affiancando servizi on-line a presidio fisico, con assistenza dedicata agli anziani e meno avvezzi al digitale.
4. Sostegno alle imprese colpite, favorendo linee di credito e consulenza finanziaria in aree marginali.
5. Monitoraggio attivo tramite Osservatori locali pericolosi per intervenire tempestivamente su nuove chiusure.
“Non possiamo lasciare che il modello attuale continui a disgregare il territorio – afferma Rucco –. Chiedo alle istituzioni, al mondo bancario, e alle comunità locali una concertazione concreta: è il momento di progettare un nuovo modello di servizi finanziari che riconosca il valore della prossimità e della fiducia.”













