11 Marzo 2022 - 14.08

“Positive”, il primo film italiano sull’Hiv


A quarant’anni dal triste esordio dell’Hiv, c’è un nuovo film italiano, per nulla triste, che racconta anzi come quattro famiglie vivano una vita assolutamente normale, grazie alla ricerca scientifica. Si intitola “Positive” il documentario prodotto da Francesco Maddaloni e diretto da Alessandro Redaelli che ha emozionato l’Italia nel portare per la prima volta sullo schermo le storie degli italiani che hanno “sconfitto” l’Aids e soprattutto gli stigmi e la diffidenza sociale. A Una Montagna di Libri, la festa internazionale della letteratura protagonista della stagione di Cortina d’Ampezzo, a pochi giorni dalla Giornata della Donna, saranno Maddaloni e Daria Russo, protagonista del documentario, positiva da 14 anni, madre di una bambina a raccontare queste storie. E a mostrare al pubblico, in una proiezione speciale, il film.

L’appuntamento è per sabato 12 marzo 2022, alle ore 18, presso il Palazzo delle Poste, Sala Cultura di Cortina. Con Francesco Chiamulera.

L’incontro

Quarant’anni fa faceva il suo triste esordio l’HIV. Dal 1981 il virus dell’immunodeficienza umana ha ucciso milioni di persone. In alcuni comuni italiani, anche in Veneto, mancano all’appello intere generazioni. La buona notizia è che da anni, grazie agli antiretrovirali, è tutto cambiato. È commovente vedere come la scienza consenta oggi alle persone sieropositive di vivere una vita del tutto normale. Libera dalla malattia, libera dalla paura. E prima o poi, anche libera dagli stigmi. Come raccontano i quattro protagonisti di Positive, il primo documentario italiano su questo tema, prodotto da Francesco Maddaloni, che l’ha scritto con Elena Comoglio e Ruggero Melis, per la regia di Alessandro Redaelli. Un film che porta per la prima volta sullo schermo le storie di giovani sieropositivi italiani di oggi. Storie sorprendentemente allegre, vive, piene di entusiasmo, lontane da ogni patetismo: amori, cibo, lavoro, sesso, perfino la possibilità di concepire figli sani. Tutto questo grazie a una cosa chiamata ricerca, che consente al sieropositivo di vivere con il virus senza che esso dia luogo ad alcuna sindrome, senza sintomi e di fatto senza contagiosità. A parlarne a Cortina è, tra gli altri, una protagonista del film, Daria Russo. Che a quattordici anni dall’infezione vive una vita normale. Ed è madre di una bambina di quindici mesi, perfettamente sana. Considerati appestati. Con la sua voce e il suo cuore.

VICENZA CITTA UNIVERSITARIA
AGSM AIM
duepunti
UNICHIMICA

Potrebbe interessarti anche:

VICENZA CITTA UNIVERSITARIA
AGSM AIM
duepunti
CAPITALE CULTURA
UNICHIMICA