1 Luglio 2022 - 9.42

PILLOLE DI ECONOMIA – L’inflazione e i nostri Pifferai Magici

di Umberto Baldo

I nostri Demostene sono tutto fuorché scemi, ed hanno cominciato a realizzare che un’inflazione che in Spagna è già arrivata al 10%, e da noi non è poi molto lontana da quel livello, rischia di diventare benzina in grado di riattizzare le fiamme del populismo.
Lo hanno capito anche gli imprenditori, ed infatti dopo la proposta del Presidente di Confindustria Bonomi di creare una “mensilità aggiuntiva”, sembra che il rimedio magico su cui molti stanno convergendo sia la mitica “riduzione del cuneo fiscale”, anzi, secondo la narrazione prevalente, un “taglio shock” del cuneo.
Che detto in parole povere significa che lo Stato dovrebbe accollarsi una parte degli oneri previdenziali in capo all’impresa e una parte dell’Irpef (+quota parte Inps che pagano i dipendenti) a carico dei lavoratori.
A occhio e croce, ma non sono un tecnico del Tesoro, direi che il costo del giochino si aggirerebbe su una ventina di miliardi, se non di più.
Molto, se si guarda alle condizioni della disastrata finanza pubblica, poco ovviamente, se si ragiona con le categorie della demagogia.
Enrico Letta si è sicuramente speso in tal senso, e pur con qualche distinguo si sono dichiarati d’accordo un po’ tutti, da Fratelli d’Italia alla Lega a Forza Italia, fino ai Cinque Stelle.
E per non farsi mancare proprio nulla alla “Fiera del più uno”, Matteo Salvini ha rispolverato anche la cosiddetta “pace fiscale”, che altro non è se non l’ennesimo favore ad evasori ed elusori, e Maurizio Landini il grido “i soldi si prendono dove sono”, cioè una bella patrimoniale in stile repubblica sovietica.
Intendiamoci, non sono certo meravigliato del fatto che i nostri politici vogliano mettere un po’ di soldi in tasca ai cittadini in questa fase travagliata.
No, quello che mi impressiona sempre è che questi “Pifferai magici”, nel mentre lanciano programmi di spesa come se non ci fosse un domani, non dicono mai come vorrebbero finanziarle quelle nuove spese.
Perchè il bilancio dello Stato, al di là delle dimensioni, ha la stesse dinamiche di quello di una famigliola, e tutte le mamme ed i papà sanno bene che se vogliono spendere di più devono o guadagnare di più (per lo Stato equivale ad imporre nuove tasse), o tagliare qualche spesa sacrificabile (per lo Stato tagliare bonus o servizi).
Ed è a questo punto che per i Pifferai nascono i problemi, perché nessuno di loro vuole mettere in fila le famigerate “coperture”, semplicemente perché vorrebbe dire indicare chiaramente cosa togliere, e a chi.
E in un Paese che vive di tax expenditures (secondo la definizione dell’Ocse si tratta del trasferimento di risorse pubbliche realizzato attraverso la riduzione degli obblighi fiscali. Più in generale si concretizzano in riduzioni del debito d’imposta, che sul bilancio pubblico producono un effetto analogo ad un aumento di spesa), ed in cui la politica dei “bonus per tutto” (compreso il matrimonio, sic!) è ormai diventata metodo di governo per ritagliarsi fette di elettorato, chi può azzardarsi a dire “basta”?
E come non è agevole togliere il ciuccio ad un neonato, così è arduo togliere bonus, esenzioni, agevolazioni fiscali, incentivi e regalie, che sono cresciuti a dismisura anno dopo anno, e che agli occhi dei cittadini sono diventati ormai “diritti acquisiti”.
Provate a dire ai percettori del reddito di cittadinanza che la festa è finita. Pensate che non scenderebbero in piazza?
Ecco quindi che nei politici scatta il meccanismo dei distinguo e delle contro proposte, il che equivale a dire che i “bonus” devono sì essere cancellati, però a partire da quelli sponsorizzati dagli “altri”, con la conseguenza che si finisce sempre in un gioco di veti incrociati e spese intoccabili come se fossero le vacche sacre del Gange.
Date queste premesse, anche il “taglio shock del cuneo fiscale”, fra una chiacchiera e l’altra, rischia di trasformarsi in un altro sogno di questa calda estate.
Comunque spero che prima o poi arriverà anche nel BelPaese il momento in cui ogni cittadino elettore si porrà il problema dei “Pifferai magici”, nel senso di privilegiare nelle urne coloro che non vendono sogni e menzogne, e quando propongono nuove spese non fanno generici riferimento ad un fantomatico recupero dell’evasione fiscale, ma indicano con precisione come, dove, e quando tagliare.
Sarebbe il passaggio da una politica cialtrona in mano a guitti improvvisati e ad avventurieri, ad una politica che guarda al futuro, soprattutto dei giovani, avendo sempre presenti le compatibilità di bilancio.
Ma lo vorrebbero veramente gli italiani?
O preferiscono continuare ad essere governati da mentitori incalliti, che sanno solo elargire soldi a tutti senza alcun raziocinio, ma non riescono ad immaginare politiche che vadano oltre la più vicina scadenza elettorale?
Se così fosse, almeno smettiamola di lamentarci, perché abbiamo la classe politica che ci meritiamo!
Umberto Baldo

VICENZA CITTA UNIVERSITARIA
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