15 Aprile 2021 - 9.34

No Vax: la doccia fredda della CEDU

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Dopo oltre un anno in cui tutti i Paesi, chi più chi meno, sono passati per i lockdown totali, per le zone a chiusura differenziata, per i coprifuoco, è ormai chiaro che l’unica possibilità che ha il genere umano, e non a caso uso questo termine, per contenere la pandemia da Covid 19, è la vaccinazione di massa.
E che la stragrande maggioranza degli italiani lo abbia capito, lo si vede dalle lunghe code, veri e propri assembramenti, che si formano davanti ai centri vaccinali quando le dosi sono disponibili.
Certo ci sono stati gli inghippi legati a qualche effetto collaterale di Astrazeneca, e ora di Johnson & Johnson, purtroppo gestiti malissimo dalla comunicazione e dai media, ma a meno di non voler negare l’evidenza, le immagini che arrivano da Israele, dove, grazie ad una vaccinazione quasi completata, la vita sociale è ripresa normalmente, dovrebbero togliere qualsiasi argomento alla galassia dei “NO vax”.
Purtroppo dobbiamo costatare che non è così. D’altronde non c’è peggior sordo di chi non vuol sentire.
E permettetemi di dire che l’antivaccinismo trova la sua sublimazione nel personale sanitario che aderisce e propugna queste teorie.
Tanto per capirci, il 21 aprile è prevista a Roma una manifestazione dell’Associazione: “No all’obbligo del vaccino per i sanitari. Uniamoci vinceremo” (circa 18mila iscritti).
Quindi ci toccherà vedere medici, infermieri, operatori socio sanitari, personale che comunque opera a stretto contatto con i pazienti, protestare davanti a Montecitorio contro (dicono loro) una presunta violazione della privacy, un attentato alla libertà personale, una grave minaccia alla salute.
C’è da chiedersi quale insegnamento abbiano tratto questi professionisti dai loro studi di medicina, se arrivano a negare che la vaccinazione è la pratica più importante mai introdotta nella storia della scienza medica. Perchè è innegabile e universalmente accettato che, insieme alle moderne pratiche di igiene e all’uso di antibiotici, i vaccini abbiano eliminato la maggior parte delle malattie infettive che hanno da sempre afflitto l’umanità.
E’ chiaro che la protesta è conseguente alla recente introduzione da parte del Governo Draghi, con decreto legge, dell’obbligo vaccinale per tutti gli operatori sanitari le cui mansioni siano strettamente legate alla gestione dell’emergenza.
E non si sprecano in Rete le intemerate contro quest’obbligo, nel quale vengono individuate e denunciate presunte violazioni della Costituzione italiana, della Carta Europea dei Diritti e delle Libertà Fondamentali, e della Convenzione Europea dei Diritti dell’Uomo.
A questo punto viene da chiedersi: ma queste contestazioni hanno un reale fondamento giuridico?
Partiamo dalla presunta violazione della Costituzione.
A parte la considerazione iniziale che se il decreto legge in questione violasse la Costituzione sicuramente il Presidente Mattarella, insigne costituzionalista, non l’avrebbe firmato, c’è una recente sentenza della Corte, la n.5/2018, che ha fissato tre principi: la legittimità del Decreto Legge per introdurre l’obbligo della vaccinazione; che rientra nella potestà legislativa dello Stato l’introduzione dell’obbligatorietà per alcune vaccinazioni; che l’obbligo di vaccinazione non contrasta con l’articolo 32 della Costituzione.
Per pura curiosità questa sentenza della Corte Costituzionale è stata redatta dall’ex Presidente della Consulta ed attuale Ministro della Giustizia Marta Cartabia, sulla base di un ricorso, ovviamente respinto, proprio della Regione Veneto contro l’obbligo vaccinale per i bambini introdotto dalla Ministra Lorenzin nel 2017.
Quindi sul fronte del diritto “nazionale” è assodato che i “No vax” non trovano sicuramente una sponda alle loro teorie.
E’ quindi più che certo che prima o poi si sarebbero rivolti ad istanze per certi aspetti più “alte”, cioè alle Corti Internazionali.
Ma da qualche giorno anche da quelle parti è arrivata una bella doccia fredda per i talebani del “No vaccini”.
A cosa mi riferisco?
Ad una sentenza di qualche giorno fa della Grande Camera della Corte Europea dei diritti dell’uomo (CEDU).
Va chiarito che la CEDU fa capo al Consiglio d’Europa, che è un organo giurisdizionale internazionale con sede a Strasburgo, e che assicura il rispetto della Convenzione europea per la salvaguardia dei diritti dell’uomo e delle libertà fondamentali.
La sentenza in questione potrebbe avere una portata storica, perchè è la prima decisione definitiva di questa Corte in tema di obbligo vaccinale.
Ed anche se è scaturita a seguito di un ricorso di genitori contro l’obbligo di vaccinazione per i bambini imposta dalla Repubblica Ceca, ha fissato una serie di principi che non potranno non avere effetti anche sulla campagna vaccinale in corso contro il Covid, e quindi anche sullo scontro in atto fra chi sostiene la legittimità dell’ obbligo vaccinale, e chi invece la rigetta, come appunto i No Vax.
Cosa ha stabilito la CEDU?
Che la vaccinazione obbligatoria non rappresenta un’ingerenza nel diritto alla vita privata, bensì risulta necessaria per tutelare la salute pubblica.
In pratica, i giudici di Strasburgo hanno scelto in favore della salute collettiva e della solidarietà sociale, identificando nell’obbligo vaccinale una protezione anche rispetto a tutti coloro che, per questioni legate al proprio stato di salute, non possono aderire alla vaccinazione.
Scusate se insisto, ma capite bene la valenza di questa decisione che stabilisce che l’obbligatorietà vaccinale non viola i diritti del singolo, ma al contrario tutela quelli della collettività. Arrivando ad affermare, per di più, che le vaccinazioni (pediatriche nel caso di specie) “possono essere considerate necessarie in una società democratica”.
Quindi riscontriamo una netta coincidenza fra le decisioni della nostra Corte Costituzionale e quelle della Corte Europea dei Diritti dell’Uomo, nel senso che è legittimo che lo Stato possa passare dalla raccomandazione del vaccino all’obbligo, quando serve a tutelare tutti i cittadini.
Al di là di come la pensiate, io credo che questa pandemia costringa a rivedere alcuni principi che in tempi normali è giusto salvaguardare.
Uno di questi è quello della libertà individuale, che non può essere assoluta, oserei dire quasi anarchica, come sostenuto dagli antivaccinisti.
Per spiegarmi meglio, la libertà individuale può e deve essere limitata quando contrasta con la libertà ed i diritti della collettività.
Non può essere che un medico od un infermiere possano rifiutare il vaccino, e continuare a frequentare le corsie o le rianimazioni degli ospedali, o le Case di Riposo, esponendo malati ed anziani al rischio di infezione, e di morte.
Per qualche anno, fino a che il Covid non diventerà uno dei tanti virus stagionali, dovremo abituarci a regole nuove, tipo l’introduzione del “certificato verde digitale” per favorire i viaggi all’interno della Ue, e probabilmente anche fuori.
Il “passaporto vaccinale” fino ad ora sembrava solo un’ipotesi su cui riflettere e discutere, ma invece esiste già una data della sua entrata in vigore, il prossimo 21 giugno.
Con buona pace di chi pensa ancora che il Covid sia un bufala, o una truffa organizzata da Bill Gates!
Umberto Baldo

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