11 Marzo 2023 - 13.03

MES: ci stiamo facendo ridere dietro dall’EUROPA

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Il vero salto di qualità “culturale” che dovrebbero fare i nostri Demostene è tenere conto che le elezioni prima o poi si possono anche vincere, per cui quando si è all’opposizione si dovrebbe avere l’avvertenza e l’intelligenza di non prendere posizioni, o fare promesse, che una volta conquistato il Governo non si possono mantenere. 

Parimenti dovrebbero imparare che gli avversari politici non si devono mai demonizzare, perché in questo modo si crea un corto circuito in base al quale la dialettica democratica, basata sul confronto delle idee e dei programmi, viene svilita e trasformata in uno scontro per bande. 

Un esempio calzante di come certe materie non dovrebbero essere affrontate con gli occhiali dell’ideologia e del sovranismo è quello della riforma del Mes, che si trascina da tempo, ma che adesso è arrivata al punto in cui l’Italia deve rispettare gli accordi presi da ben due Governi. 

Fino ad ora la premier Meloni ed il Ministro Giorgetti si erano dilettati nell’arte di calciare la lattina, ma adesso su quella lattina l’esecutivo rischia di inciampare. 

D’altronde come potevano portare in Parlamento la ratifica del Trattato Mes quando nel novembre scorso l’Aula della Camera aveva approvato la mozione della maggioranza che impegnava il Governo “a non approvare il disegno di legge di ratifica del Mes alla luce dello stato dell’arte della procedura di ratifica in altri Stati membri e della relativa incidenza sull’evoluzione del quadro regolatorio europeo”

Documento, sul quale il Governo aveva espresso parere favorevole (sic!). 

In politica i fantasmi del passato tardano a sparire: sia all’interno di Fratelli d’Italia e della Lega il pregiudizio resta forte, e il solo nome – “Mes”, acronimo di Meccanismo Europeo di Stabilità – riporta all’Europa matrigna ,e alle battaglie sovraniste del centrodestra. 

Fosse per Meloni e Giorgetti sono certo che la ratifica della riforma del Mes sarebbe già stata approvata, ma è comprensibile che venga loro il mal di testa al solo pensare che si tratta del Provvedimento contro cui avevano lanciato una campagna Fratelli d’Italia, la Lega ed il Movimento 5 Stelle, battaglia chiaramente ideologica visto che era chiaro a tutti che in realtà serve solo a trasformare il Fondo salva Stati in prestatore di ultima istanza nelle crisi bancarie. 

In difficoltà per il rischio di spaccare la maggioranza – visto che tra i No euro di Fratelli d’Italia e della Lega il Mes è ancora considerato una calamità – il Governo per giustificare la mancata ratifica finora si era nascosto prima dietro la Corte costituzionale tedesca, e poi dietro la Croazia. 

Solo che nel frattempo la Corte di Karlsruhe ha dato il via libera al nuovo Mes, e Zagabria si è affrettata a ratificare il trattato appena entrata nell’euro. 

In poche parole siamo rimasti da soli, e corriamo il rischio di diventare i “paria” dell’Europa. 

E’ evidente che di fronte all’atteggiamento palesemente dilatorio di Roma i partner europei abbiano iniziato a spazientirsi. 

Oltre a tutto va considerato che fino a qualche mese fa “la non ratifica” dell’Italia non aveva conseguenze pratiche, appunto perché altri Paesi non avevano ratificato. 

Ma quella situazione è cambiata; il problema sta salendo nell’agenda europea, e gli altri Paesi si aspettano che gli impegni politici siamo rispettati. 

Fra l’altro tutto si tiene in politica, e la questione Mes (che una volta ratificato l’Italia può tranquillamente non attivare), rischia di intersecarsi con la riforma del Patto di Stabilità, su cui invece l’Italia rischia molto di più, dato l’elevato debito pubblico. 

Lunedì a Bruxelles si riuniscono i Ministri finanziari dell’area euro, e come sempre la Germania, nonostante gli sforzi del commissario italiano Paolo Gentiloni, si siederà al tavolo con l’intenzione di dare battaglia perché le vecchie regole di bilancio non vengano troppo annacquate. 

A questo  appuntamento epocale, che cambierà le regole di bilancio degli Stati negli anni a venire, l’Italia si presenta con il biglietto da visita della mancata ratifica del Fondo Salva Stati (Mes). 

Complimenti! 

Scelta veramente lungimirante, visto che si dovrà lottare contro i Paesi frugali per allentare i vincoli di bilancio del nuovo Patto di Stabilità! 

Inutile e “tafazziano” da parte del Governo offrire ai partner europei il fianco a critiche di inaffidabilità. 

Già perché una delle regole d’oro della politica, e quindi anche dell’Eurogruppo, è la fiducia.

Solo su quella base si potranno ottenere concessioni su altri dossier strategici come la riforma del Patto di stabilità. 

In definitiva Meloni e Giorgetti devono decidere, ed in fretta, se sia più pericoloso rompere il rapporto di fiducia con l’Europa, o sfidare i deputati e senatori no euro della Lega e di Fratelli d’Italia. 

E da cittadino confesso che sono preoccupato che possa prevalere l’interesse di Partito rispetto a quello del Paese. 

 Umberto Baldo

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