6 Ottobre 2014 - 9.52

Mare Nostrum, Kyenge, profughi: una rissa continua

PRESENTAZIONE MANIFESTAZIONE CONTRO IMMIGRAZIONE 18 OTTOBRE

Il dibattito su Mare Nostrum, la politica europea di gestione del flusso di immigrati dalle altre sponde del Mediterraneo è più simile ad una rissa, i cui toni si vanno accendendo. Non mancano anche i colpi di scena. Matteo Salvini, segretario della Lega, quotidianamente attacca l’ex ministro ora parlamentare europeo Cecile Kyenge (che ha in qualche modo difeso la scelta di Mare Nostrum, da migliorare, e affermando: “L’operazione Triton, o Frontex plus come si vuole chiamare, non potrà sostituire Mare Nostrum. E’ stato detto chiaramente anche dal commissario Malmstrom. Alla fine credo che si stiano solo cambiando nomi…”)
Fatto sta che la questione che sta diventando cavallo di battaglia della Lega. Questo mettendo non poco in imbarazzo il PD, i cui amministratori locali criticano sempre più frequentemente e pesantemente l’organizzazione del flusso di profughi con effetto sorpresa (arrivano senza adeguato preavviso, quasi imposti ai diversi territori, mettendo in crisi le strutture d’accoglienza).
Non mancano i colpi di scena in questo dibattito. Ultimo in ordine di tempo la nomina di Toni Iwobi, nigeriano da 38 anni in Italia, a responsabile del nuovo dipartimento Sicurezza e Immigrazione della Lega Nord. Ha le idee chiare sul tema, dice Salvini: ‘Non possiamo pretendere una società multietnica in poco tempo, è una grande idiozia: negli Stati Uniti ci sono voluti duecento anni’. Una politica che sembra pagare elettoralmente. La Lega si attesterebbe, secondo un sondaggio commissionato dalla trasmissione televisiva Agorà (Istituto Ixè S.r.l.) all’8%, in forte aumento. A livelli del periodo d’oro di Bossi. Tutto questo mentre Grillo non cala attestandosi stabilmente sopra il 21% e mentre non si sa ancora la direzione presa da Forza Italia (al 15,7%).
In Veneto arriva oggi invece un nuovo attacco a Mare Nostrum da parte del governatore Zaia che cita i titoli dei giornali.
“Titoli dai giornali di oggi: da Venezia, ‘Profughi, ondata senza fine, ieri 254 arrivi, attesi altri 600’; da Treviso, ‘caos Profughi, il dormitorio scoppia’; da Padova, ‘Profughi, altri 51 arrivi sistemati anche in città’. E’ la cronaca di un disastro annunciato”.
Luca Zaia commenta così l’inarrestabile flusso di profughi di Mare Nostrum, del quale danno notizia anche oggi numerosi quotidiani veneti.
“I territori, gli Amministratori Locali, le Forze dell’Ordine, i Volontari – aggiunge Zaia – sono oramai in ginocchio e tra pochissimo saremo di fronte ad una vera e propria emergenza sociale. Il Governo nazionale e l’Europa devono fare qualcosa e in fretta, perché avanti di questo passo non sarà più possibile dare un minimo di dignitosa assistenza a esseri umani che Mare Nostrum sta trattando come pacchi postali, né si potrà garantire la pace sociale in Veneto come altrove”.
Zaia torna a puntare il dito contro l’Unione europea, “cieca, sorda e ipocrita con i suoi complimenti all’Italia accompagnati però da egoistiche chiusure delle frontiere”, e contro il Governo italiano, “incapace di contare qualcosa a Bruxelles su questo come su tanti altri problemi che attanagliano il Paese e le sue Regioni”.
“Renzi e Boldrini devono smetterla di dire cose buone con il difetto di essere irrealizzabili e guardare concretamente ad un fenomeno che, lungi dal fermarsi, aumenterà via via d’intensità. Portino a Bruxelles un pullman di questi disperati e impongano agli euro burocrati di capire una volta per tutte la vastità del problema, costringendo i Paesi membri ad aprire un concreto tavolo di solidarietà, dove tutti, nessuno escluso, si assumano la loro quota parte di solidarietà. E’ la loro ultima occasione per smentire il fatto che è sotto gli occhi di tutti, e cioè che l’Italia è assolutamente incapace di farsi rispettare”.
“In caso contrario – conclude Zaia – arriverà il momento delle barricate, non solo in Veneto, ma in tutto un paese stremato dalla crisi, dalle tasse, dalla disoccupazione e assolutamente impossibilitato a farsi carico da solo di un dramma planetario”.

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