19 Giugno 2020 - 16.11

Manifestazione antifascista – Raffica di polemiche

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Continuano a susseguirsi i comunicati politici e le dichiarazioni in merito alla manifestazione “Vicenza antifascista” tenutasi ieri in città (video Global Project).

Riceviamo e pubblichiamo le varie prese di posizione dalla Lega a Caracolo Olol Jacson, da Donazzan a Tosetto

LEGA CITTA’ DI VICENZA

Quanto accaduto ieri sera a Vicenza è di assoluta gravità, non si discute certo la libertà di manifestare le proprie opinioni, ma di come e con quali metodi sì. I soliti noti si sono presi gioco delle istituzioni costringendo la militarizzazione del centro storico, sotto gli occhi attoniti degli avventori di bar e ristoranti che stanno facendo sforzi immani per ripartire. 
In barba a tutte le normative hanno dato vita di fatto ad una manifestazione non autorizzata che ha visto anche momenti di tensione, con mamme e bambini costretti ad andarsene dal centro. Un pessimo esempio di chi, a parole, si riempie la bocca di democrazia e libertà. Ieri sera è stata violata proprio la libertà delle persone, la responsabilità dei commercianti e baristi che con molta fatica e sudore stanno cercando di ripartire, ma peggio di tutto, sono state violate le normative che vietano eventi e manifestazioni di questo tipo, come se migliaia di persone morte non fossero sufficienti a far ragionare gli organizzatori. 
Serve una risposta forte da parte delle istituzioni che, oltre a difendere la propria onorabilità, devono tutelare chi fino ad oggi si è comportato correttamente.

CARACOL OLOL JACKSON (POST SULLA PAGINA FACEBOOK)

Ieri sera la Vicenza Antifascista si è ripresa la città!

Dopo l’abolizione della clausola antifascista e l’attentato fascista alla Caracol Olol Jackson , Vicenza è scesa in piazza per dimostrare con forza che era, è e sarà sempre antifascista.

Tremila persone ieri sera hanno animato e gremito la piazza vicentina, una Piazza dei Signori che non si vedeva così piena da tempo.
Era stato annunciato che avremo manifestato in corteo e corteo è stato, nonostante i divieti della Questura, che voleva rinchiudere in Piazza Castello una marea antifascista.

Una piazza giovane, meticcia, determinata e combattiva si è ripresa le vie del centro, ha dimostrato la voglia di partecipazione e il desiderio di riprendere a camminare insieme per costruire una città fondata su pratiche solidali, democratiche e inclusive, anziché su fascismo, razzismo, sessismo ed esclusione.

Quando la testa del corteo ha raggiunto Palazzo Trissino, sede del Comune di Vicenza, su un balcone del palazzo è stata affissa una bandiera antifascista, la quale dovrebbe sventolare fuori da tutti i municipi italiani.
Inoltre la clausola antifascista dovrebbe essere introdotta in tutti gli statuti comunali, perché a Vicenza c’è un intreccio sempre più evidente tra esponenti della maggioranza e le formazioni neofasciste vicentine, un tentativo quindi di entrismo nelle istituzioni da parte di vecchi e nuovi
fascisti locali.

Le parole d’ordine del corteo erano chiare a tutte le persone presenti e sono state ribadite con decisione lungo tutto il percorso:
❗️ la clausola antifascista deve essere immediatamente reintrodotta nello statuto comunale;
❗️gli assessori e i consiglieri comunali coinvolti in questa grave decisione e già collusi con gli ambienti neofascisti devono dimettersi;
❗️le frequentazioni, gli incontri e gli ammiccamenti con le formazioni neofasciste da parte di membri dell’attuale maggioranza
dell’amministrazione cittadina devono immediatamente cessare;
❗️ le politiche discriminatorie, escludenti e securitarie, la guerra alle persone marginalizzate devono cessare.

All’arrivo in Piazza dei signori il corteo ha occupato tutta la piazza.
Sulle inferriate della Loggia del Capitaniato, sede del Consiglio Comunale, è stato affisso un lungo striscione che ricorda le motivazioni per cui Vicenza ha ottenuto la medaglia d’oro per la Resistenza.
Numerosi gli interventi si sono intervallati e hanno agitato ed emozionato la piazza da parte soprattuto di giovanissimi e giovanissime, contro il razzismo, sessismo, fascismo ed esclusione; sono state riportate le problematiche che ogni giorno molte persone specialmente quelle razzializzate o marginalizzate subiscono anche grazie alle ordinanze comunali.

Subito dopo l’arrivo in piazza dei Signori, in un momento in cui la piazza stava eccedendo, vi è stata una provocazione da parte di alcuni esponenti dei movimenti dell’estrema destra vicentina, i quali sono stati con determinazione cacciati dal corteo.
Le forze dell’ordine hanno subito cercato di intervenire frapponendosi tra i provocatori e la piazza provocando loro stessi i manifestanti.

L’antifascismo a Vicenza però non si è fermato in piazza dei signori, un corteo spontaneo è poi nato per raggiungere Viale Roma per poi sciogliersi tra sguardi e sorrisi ricolmi di gioia e felicità per una città che non abbassa la testa e risponde con forza a chi attacca le libertà di tutte e tutti.
🔥Non un passo indietro, Vicenza non lascia e non lascierà nessuno spazio a Fascismo, razzismo e sessismo!🔥

VICESINDACO DI VICENZA MATTEO TOSETTO


“La manifestazione di ieri ha rappresentato l’espressione di un pensiero che non condivide una scelta fatta da un’amministrazione democraticamente eletta, e questo ci sta. Viviamo in un paese libero e nulla può limitare l’espressione di un’opinione e di ciò che si pensa. Quello che non può essere condiviso è il modo in cui si è svolta, ovvero in palese violazione delle prescrizioni post Covid-19, con assembramenti che sono ancora vietati e con un corteo che era stato espressamente negato dal questore, senza parlare dell’affissione non autorizzata di una bandiera nella facciata del municipio. Non possiamo condividere anche perché tutti noi, in questo momento, dobbiamo sottostare a delle regole chiare e mirate a non farci tornare in emergenza sanitaria. Abbiamo appreso dai media che ci sono indagini in corso per cui aspettiamo riscontri”.

“Voglio anche sottolineare – prosegue il vicesindaco – che con la modifica del Regolamento per l’occupazione del suolo pubblico approvata dal consiglio comunale non è stata eliminata la clausola antifascista, ma è stata semplicemente sostituita ed ampliata contro tutti i totalitarismi, come previsto dalla Costituzione e dalle istituzioni europee. Per cui contro il fascismo, contro il nazismo, contro il comunismo e tutte quelle forme dittatoriali che nel corso della storia hanno negato le libertà, provocato morte, soprusi e distruzione; oltretutto lo abbiamo dimostrato più volte nei fatti e lo faremo anche in futuro.

In pratica la manifestazione di ieri sera suona molto come un pretesto per un attacco politico a questa amministrazione. Comunque, adesso che tutti hanno espresso la loro opinione politica, mi auguro che il confronto si sposti sui veri problemi della città, soprattutto dopo l’emergenza da Coronavirus”.

ASSESSORE REGIONALE ELENA DONAZZAN

Questo il commento dell’Assessore Regionale del Veneto Elena Donazzan al corteo antifascista di ieri a Vicenza: “quanto accaduto ieri a Vicenza è inaccettabile. È stata palesemente violata ogni forma di prescrizione anti covid, come ben si evince dalle immagini pubblicate nei social. Sono state disattese inoltre le indicazioni della Questura che, e lo ricordo, aveva vietato il corteo: si tratta quindi di una manifestazione non autorizzata. Infine, lo scempio di quella bandiera appesa, violando una proprietà comunale, in barba a tutto e a tutti”.

Violazioni consapevoli e premeditate, come si evince anche dai post del centro sociale Bocciodromo, che all’indomani delle indicazioni del Questore ribadiva molto serenamente che il corteo si sarebbe tenuto lo stesso. Con che coraggio possiamo poi pretendere dalle nostre coraggiose attività del centro storico il rispetto delle tante – e talvolta assurde – prescrizioni anti covid?” continua Donazzan, “sono certa la Questura procederà ora per ciascuna delle persone presenti, e avrà tutto il mio sostegno da cittadina e da rappresentante delle Istituzioni”.

Non si può più tollerare che certa sinistra, violenta e illiberale, sfrutti l’antifascismo quale scusa universale per giustificare un odio fuori dal tempo e un menefreghismo arrogante e irrispettoso” continua ancora Donazzan, che conclude “urge una chiara presa di posizione, anche nei confronti del centro sociale Bocciodromo, magari con la revoca da parte del Comune dei locali pubblici loro concessi. È illogico che un gruppo di violenti possa tuttora coordinare le sue azioni a danno della Città da uno spazio pubblico”.

FRATELLI D’ITALIA

«Dopo quasi un anno dalla concessione dello stabile di via Rossi, ci ritroviamo ancora una volta a constatare l’assoluta mancanza di rispetto per le normative vigenti, per l’ordine e la sicurezza pubblica, per il Comune di Vicenza, i suoi componenti e i suoi cittadini. A questo si aggiungono inaccettabili richieste di dimissioni del nostro Assessore Mattia Ierardi e del nostro Consigliere Comunale Nicolò Naclerio, che hanno dimostrato in questi mesi come sia per loro l’unico principio inossidabile il bene della città, soprattutto durante l’emergenza sanitaria, vissuta con un impegno e una abnegazione encomiabili.» così intervengono duramente Vincenzo Forte, Membro dell’Assemblea Nazionale di Fratelli d’Italia, e il Portavoce del Circolo cittadino Eleonora Garzia.

«Il Gruppo consiliare di Fratelli d’Italia, unendosi alla solidarietà espressa dal Circolo cittadino e da Vincenzo Forte all’Assessore Mattia Ierardi e al Consigliere delegato Nicolò Naclerio, ha oggi puntualmente presentato e depositato una domanda di attualità per chiedere al Comune di Vicenza e al Sindaco Francesco Rucco di far valere la clausola di decadenza della concessione dell’immobile sito in Via Rossi al centro sociale Bocciodromo.

Siamo da sempre critici sulla riassegnazione dello stabile di proprietà del Comune al centro sociale, oggi riscontriamo per l’ennesima volta che il Bocciodromo non ha mai rispettato i limiti della concessione stessa, come abbiamo più volte ribadito.» Tuonano i Consiglieri comunali di Fratelli d’Italia Patrizia Barbieri, Andrea Berengo, Nicolò Naclerio e Andrea Pellizzari per voce del Capogruppo in Sala Bernarda Roberto D’Amore.

«Questo è l’ennesimo sfregio all’Autorità e al Comune di Vicenza. Il dolo dimostrato nell’inosservanza dell’ordine pubblico e, considerata l’emergenza sanitaria appena vissuta di cui ci porteremo gli effetti ancora lungamente, l’igiene pubblica, è un atto inaccettabile, che va a fomentare un clima di violenza e pericolo in città. Ormai la misura è colma!» Concludono i Consiglieri comunali di Fratelli d’Italia Roberto D’Amore, Patrizia Barbieri, Andrea Berengo, Nicolò Naclerio e Andrea Pellizzari. 

PRESIDIO VICENZA – DANIELE BESCHIN

Durissima presa di posizione di Presidio Vicenza, neo formazione che a Vicenza conta già oltre 400 tesserati e nata dalla scissione avvenuta in Forza Nuova. “Quanto andato in scena ieri sera in centro a Vicenza”, dichiara Daniele Beschin, coordinatore provinciale, “è senza ombra di dubbio il fallimento politico di Achille Variati, sottosegretario del ministero degli interni, capace non solo di ignorare il dpcm del suo stesso governo, ma anche di “imporne” il mancato rispetto alla questura e alla prefettura, pur di far sfilare, in barba ad ogni regola di distanziamento sociale e assembramento, quattro scappati di casa, qualche delinquente figlio di papà oltre che gli immancabili sindacati, preoccupati più per il ritorno del fascismo nel 2020 che salvaguardare il lavoro di migliaia di persone dalle scelte scellerate di Variati e compagni di merende.Oltre i DPCM, oltre le disposizioni, oltre le istituzioni, oltre tutto. “Un insulto ai commercianti, ai vicentini, alla città” dichiara Beschin”Una vergogna di cui qualcuno dovrà rispondere, compresa un’amministazione irresponsabile che attraverso un bando farsa ha permesso che il bocciodromo potesse e possaa continuare a fare il bello e cattivo tempo. Chissà cosa ne penseranno il leghista Celebron e l’assessore Maino per aver permesso con le loro scelte a questi signori, la legittimazione politica nel mettere in ostaggio un’intera città. Chissà cosa ne penserà Matteo Salvini che fino a ieri diceva che i centri sociali dovevano essere chiusi”.Poi l’affondo: “per settimane non si è fatto altro che gettare fango sui bar e sugli esercizi commerciali per i potenziali pericoli dettati dalla cosiddetta movida. Ieri questi poveri esercenti sono rimasti ostaggio di chi le regole non le rispetta nemmeno quando è al governo. “Auspichiamo”, prosegue la nota “che nel caso di una impennata di contagi (che nessuno si augura) , coloro che hanno concesso questa sfilata (prefetto e ministro degli interni tramite Variati) in barba ai DPCM governativi, vengano chiamati a rispondere per il reato di epidemia colposa.”

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