18 Marzo 2021 - 12.41

Covid, in Brasile superati i 3000 morti in un giorno

Stato di emergenza in Brasile, dove gli indicatori epidemici sono rossi. A partire da mercoledì, sono stati rilevati 90.303 nuovi casi di Covid-19 in sole 24 ore. Un altro, triste, record: nella sola giornata di ieri hanno perso la vita 3149, il numero più alto dalla comparsa del virus. Cifre che si riflettono negli ospedali di tutto il Paese, sovraccarichi. In 24 dei 27 stati federali, almeno l’80% dei letti di terapia intensiva risulta occupato.

Di fronte a una gestione della crisi sanitaria considerata “caotica” da molti brasiliani, il ministro della Salute Eduardo Pazuello è stato costretto a dimettersi all’inizio della settimana. In particolare, le critiche sono dovute ai ritardi nella campagna di vaccinazione. Mercoledì, meno del 5% della popolazione ha ricevuto una prima dose del vaccino. Il suo sostituto, Marcelo Queiroga, sarà il terzo a subentrare da quando il presidente Jair Bolsonaro è stato eletto nel 2018.

Durante una conferenza stampa mercoledì, Queiroga, ha assicurato la sua intenzione di apportare “aggiustamenti” alla strategia di lotta al coronavirus. Una delle priorità di questo cardiologo professionista sarà “ridurre il numero dei decessi con politiche di allontanamento sociale e aumentando la capacità dei nostri ospedali”. Parole che vanno contro il discorso del presidente, allergico alle misure di contenimento dall’inizio della crisi.

Di fronte al virus in fuga, il presidente, volente o nolente, ha dovuto rivedere il suo discorso, osserva la stampa brasiliana. Secondo una dichiarazione di qualche mese fa, il capo dello Stato scommette sull’accelerazione della campagna di vaccinazione. Sono stati emessi ordini massicci di dosi dall’esecutivo. Nei giorni scorsi lo slogan “Nossa arma é a vacina” (“La nostra arma è il vaccino”, in portoghese) è stato ripetuto fino ai figli del presidente.

Niente più passeggiate senza mascherina quindi, per Jair Bolsonaro. Un cambio di strategia rispetto a un anno fa, quando il presidente verdeoro parlava di “poca influenza del virus”, prima che i morti iniziassero ad ammucchiarsi. Il Brasile è il secondo paese più colpito dalla pandemia dopo gli Stati Uniti. Su 210 milioni di abitanti, 284.775 sono morti per infezione da nuovo coronavirus. Un ventesimo della popolazione è risultato positivo al virus almeno una volta. E in alcune zone, come la città di Manaus, gli indicatori sono esplosi. Un sondaggio pubblicato mercoledì attesta che il 43% dei brasiliani considera il presidente “il principale responsabile” di questo aggravamento. Il dietrofront del presidente sembra più dovuto ad una pressione politica piuttosto che una presa di coscienza, come notano gli osservatori brasiliani. Il ritorno alla politica di Lula, con cui si profila un duello per le elezioni presidenziali del 2022, è ormai alle porte. L’ex presidente laburista è stato vaccinato pochi giorni fa davanti alle telecamere e, da subito, ha attaccato la gestione “imbecille” della crisi sanitaria da parte del presidente in carica. Un disconoscimento condiviso al 61% dai brasiliani, secondo un recente sondaggio.

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