Congresso famiglie, in migliaia al corteo femminista: “L’amore non discrimina”

Oggi a Verona sono scesi e scese in piazza in tanti e tante, da tutta Italia. Tutti a manifestare contro le idee espresse nel Congresso mondiale delle famiglie, ospitato al palazzo della Gran Guardia, davanti all’anfiteatro Arena, a cui oggi ha partecipato anche il vicepresidente del Consiglio, Matteo Salvini. La contromanifestazione principale è quella che oggi ha visto in marcia circa 20mila persone, secondo le stime fornite dalla polizia, anche se gli organizzatori e le organizzatrici parlano di 100mila persone. Il corteo è stato organizzato da ‘Non una di meno’, ma hanno aderito anche le famiglie arcobaleno, i Verdi, i radicali, l’arcigay. Imponenti le misure di sicurezza da parte delle forze dell’ordine, con videosorveglianza lungo tutto il percorso della manifestazione
“Siamo in tante e tante diverse. È qualcosa di molto grave e antistorico e bisogna esserci e combattere”. “Questa manifestazione significa che sulla libertà non si arretra, bisogna continuare su questo percorso e non permettere di tornare indietro”.
Sul Congresso di Verona è intervenuto anche Papa Francesco, commentando le parole del cardinale Pietro Parolin, che aveva detto negli scorsi giorni: “La sostanza è corretta, il metodo è sbagliato”. Il pontefice condivide il suo pensiero: “Ho letto la risposta del segretario di Stato sul convegno di Verona e mi è sembrata equilibrata”. Dal palco del Congresso interviene invece il presidente Toni Brandi: “Conoscete il clima di odio che si è creato nei confronti di questo congresso, quindi non rilasciate dichiarazioni ai giornalisti menzognieri”, ha detto, alzando ancora il livello di scontro.
Si è svolto poi sulle note di “Viva la libertà” di Jovanotti anche un flash mob. Il corteo di circa un migliaio di persone è partito dal teatro k2, dove in mattinata si è svolto un dibattito con la partecipazione di esponenti come Laura Boldrini, Livia Turco, Monica Cirinnà, e quindi è giunto fino a lì vicino Ponte di Castelvecchio, dove i partecipanti hanno indossato i guanti da cucina, simbolo di una condizione di sottomissione della donna che vorrebbe essere conculcata dal congresso della famiglia. I partecipanti al flash mob hanno quindi preso la strada della stazione porta Nuova per ricongiungersi al corteo di protesta che si è svolto nel pomeriggio.






Foto: Ansa/Youmedia













