Cinquanta chilometri per un hamburger: rider si rifiuta, scatta la punizione. I colleghi scioperano

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Cinquanta chilometri di strada per consegnare un panino da 3,20 euro. È quanto è stato chiesto a un rider di Portogruaro, incaricato di trasportare un ordine da Burger King, situato nel centro commerciale Adriatico 2, fino a una località distante 25 chilometri. La notizia è riportata dal Corriere del Veneto. Al suo rifiuto, la piattaforma Deliveroo – secondo quanto riferiscono i colleghi – avrebbe disattivato il suo palmare, strumento indispensabile per lavorare. Da lì la protesta: sei ciclofattorini si sono fermati, annunciando uno sciopero a oltranza e un boicottaggio degli ordini provenienti da Burger King.
Deliveroo, intanto, nega ogni responsabilità, affermando che il rider avrebbe potuto rifiutare la consegna e che il percorso non era così lungo. Ma la rabbia monta. Secondo Gianfranco Rizzetto, segretario generale della Nidil Cgil di Venezia, si tratta dell’ennesimo segnale di un sistema che sfrutta i lavoratori: «I rider appaiono come liberi professionisti, ma in realtà sono sottoposti alle regole imposte dall’algoritmo. Più consegne fai, più guadagni, ma i costi sono tutti sulle loro spalle. E devono anche versare i contributi».
La situazione è aggravata dalla progressiva riduzione delle tariffe: se prima un ciclofattorino riusciva a guadagnare fino a 1.500 euro al mese, oggi si arriva a malapena a 800 euro lordi, senza considerare le spese. Inoltre, il raggio delle consegne si è ampliato, includendo comuni del vicino Friuli Venezia Giulia come Sesto al Reghena e Chions.
Il sindacato torna quindi a chiedere a gran voce una regolamentazione del settore e maggiori tutele per i lavoratori, molti dei quali stranieri e spesso ignari degli obblighi fiscali a cui sono soggetti. Intanto lo sciopero dei rider di Portogruaro prosegue, e nei prossimi giorni è atteso anche un sit-in di protesta.













