10 Settembre 2025 - 17.19

A Vicenza per il Festival dell’Amicizia Italia – USA l’antenna originale di Marconi e il ritorno di Federico Faggin

Due esempi italiani del progresso tecnologico mondiale si incontrano al Festival dell’Amicizia Italia – USA  di Vicenza: l’antenna originale di Marconi e il ritorno di Federico Faggin. Quando l’innovazione italiana ha cambiato il destino dell’umanità

VICENZA, 12-14 settembre 2025 – Un evento senza precedenti sta per svolgersi nella cornice monumentale della Basilica Palladiana di Vicenza. Per la prima volta nella storia, due simboli assoluti del genio italiano che ha rivoluzionato le comunicazioni globali si ritrovano insieme nello stesso luogo, nello stesso momento, a testimoniare come la capacità visionaria italiana abbia letteralmente ridefinito il modo in cui l’umanità comunica, lavora e vive. Grazie allla disponibilità del Museo della Radio di Verona L’antenna Type 2469 di Guglielmo Marconi – strumento mai esposto prima al pubblico, custodito gelosamente negli archivi del Museo della Radio di Verona – e Federico Faggin, il fisico vicentino padre del microprocessore, incarnano il filo rosso che lega l’Italia alla rivoluzione tecnologica mondiale, dalle onde radio che attraversarono gli oceani negli anni ’30 ai circuiti integrati che oggi governano ogni aspetto della nostra esistenza digitale.

L’antenna che accorciò gli oceani

Dal 12 al 14 settembre 2025, i visitatori del Festival avranno l’opportunità irripetibile di ammirare da vicino l’antenna originale Type 2469, progettata nel 1931 e utilizzata personalmente da Guglielmo Marconi durante i suoi rivoluzionari esperimenti a bordo del panfilo-laboratorio Elettra. Non si tratta di un semplice reperto museale, ma dello strumento chiave con cui Marconi dimostrò al mondo scettico che le comunicazioni radio transoceaniche stabili non erano solo possibili, ma destinate a cambiare per sempre il corso della storia umana.

Il panfilo Elettra rappresentava una visione rivoluzionaria della ricerca scientifica: un laboratorio galleggiante che sfidava le convenzioni accademiche dell’epoca, portando la sperimentazione nel mondo reale, tra le onde del Mediterraneo e dell’Atlantico. Fu proprio questa visione pionieristica – unire teoria e pratica, scienza e navigazione – a permettere risultati tecnologici innovativi che  che i laboratori universitari tradizionali non avrebbero mai potuto raggiungere. L’antenna Type 2469, con la sua elegante geometria e la sua sofisticata ingegneria, divenne lo strumento attraverso cui l’Italia connesse letteralmente i continenti, abbreviando distanze che sembravano insormontabili e gettando le basi per l’era delle comunicazioni globali istantanee.

Il vicentino che mise il cervello nel silicio

Il 14 settembre 2025 segna un momento che la città di Vicenza attendeva da cinquant’anni: Federico Faggin, 83 anni, torna nella città che gli ha dato i natali per un evento pubblico di portata storica. L’uomo che nel 1971 incise le proprie iniziali “F.F.” sul primo microprocessore della storia – l’Intel 4004 – dialogherà per la prima volta pubblicamente con la sua comunità d’origine, ripercorrendo l’incredibile parabola che lo ha portato dal diploma all’Istituto Tecnico Industriale di Vicenza alla National Inventors Hall of Fame americana, lo stesso pantheon che ospita Edison, Bell e i fratelli Wright.

Quelle due lettere microscopiche, “F.F.”, incise nel silicio del 4004, rappresentano molto più di una firma: sono il marchio indelebile del genio italiano nel cuore pulsante della rivoluzione digitale. Ogni smartphone, ogni computer, ogni dispositivo intelligente che oggi diamo per scontato porta con sé l’eredità di quel giovane fisico vicentino che osò immaginare un mondo dove l’intelligenza poteva essere miniaturizzata e moltiplicata all’infinito. Ma Faggin non si fermò al 4004: fondò Zilog creando lo Z80, il chip che alimentò la prima generazione di personal computer; con Synaptics inventò il touchpad e il touchscreen che oggi sono l’interfaccia naturale tra l’uomo e la macchina. Ora, a 83 anni, la sua ricerca si spinge ancora oltre, esplorando i confini tra intelligenza artificiale e coscienza, continuando a porsi le domande fondamentali che hanno sempre guidato il suo percorso straordinario.

La visione che unisce due epoche

Marconi e Faggin hanno dimostrato che la ricerca italiana può cambiare il corso della tecnologia mondiale”, dichiara Domenico Zanini,Presidente e CEO di PoloMarconi, l’azienda italiana che dal 1996 sviluppa sistemi RF, antenne e filtri per comunicazioni critiche e che ha organizzato  questi  due eventi straordinari. “Il loro percorso negli Stati Uniti è la prova vivente che il Made in Italy, quando investe in visione e alleanze internazionali, diventa motore di trasformazioni epocali. Dal panfilo Elettra che solcava il Mediterraneo negli anni ’30, trasformato in laboratorio mobile ante litteram, ai laboratori Intel della Silicon Valley degli anni ’70, la capacità progettuale e visionaria italiana ha letteralmente ridefinito come l’umanità comunica, elabora informazioni e costruisce il proprio futuro.”

Zanini sottolinea come questa eredità continui oggi: “È con questo stesso spirito che produciamo sistemi terrestri di trasmissione via radio integrati con intelligenza artificiale e sosteniamo un Festival che mette in dialogo scienza, cultura e industria. Il nostro è lo stesso principio che guidò Marconi e Faggin: trasformare la competenza italiana nelle trasmissioni radio e nell’elettronica in soluzioni all’avanguardia per le comunicazioni del futuro. Non si tratta solo di celebrare il passato, ma di dimostrare che quella stessa capacità di innovazione radicale è viva e operante nell’Italia di oggi.”

Un ponte tecnologico tra Italia e Stati Uniti

Il Festival dell’Amicizia Italia-USA, promosso dal Comune di Vicenza e dal Consolato Generale USA a Milano, con il coordinamento organizzativo del Teatro Comunale Città di Vicenza e il Patrocinio della Regione del Veneto, non poteva trovare testimonial più emblematici di questa straordinaria alleanza tra genio italiano e opportunità americana. Marconi che dall’Italia rivoluzionò le comunicazioni mondiali trovando negli Stati Uniti il riconoscimento e il supporto per le sue visioni; Faggin che dalla provincia vicentina conquistò la Silicon Valley, diventando l’architetto della rivoluzione digitale: due percorsi apparentemente diversi ma profondamente connessi, che dimostrano come il talento italiano, quando incontra l’ecosistema americano dell’innovazione, possa letteralmente ridefinire il corso della civiltà umana.

In un’epoca caratterizzata da vulnerabilità delle infrastrutture digitali, tensioni geopolitiche crescenti e la necessità urgente di ripensare i modelli di comunicazione globale, il messaggio di questi due pionieri – la tecnologia come ponte tra continenti, culture e generazioni – assume una rilevanza straordinaria e un’urgenza particolare. L’antenna di Marconi e il microprocessore di Faggin non sono solo conquiste tecniche: sono simboli di come la collaborazione internazionale, guidata da visione e coraggio, possa trasformare sfide impossibili in realtà quotidiane.

Gli appuntamenti

Esposizione antenna Type 2469 di Marconi: 12-14 settembre, Basilica Palladiana. L’antenna sarà accompagnata da documenti inediti, ricostruzioni degli esperimenti marconiani che permetteranno ai visitatori di comprendere appieno la portata rivoluzionaria di questa tecnologia.

Intervista pubblica a Federico Faggin: 14 settembre, ore 10:00, Salone della Basilica. Un’occasione unica per ascoltare dalla viva voce del protagonista il racconto di come un ragazzo di provincia italiana sia diventato l’architetto della rivoluzione digitale globale.

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