VICENZA – Il vescovo dice no alla messa in latino, i fedeli chiedono una chiesa al.. Comune
Il vescovo di Vicenza, nonostante la disponibilità di due sacerdoti, dice no al ripristino della celebrazione della Messa in latino, sospesa in città dal dicembre del 2010, chiesto dalla Pontificia Commissione Ecclesia Dei. Un rifiuto che ha provocato una decisa reazione: “Nel 2016 – scrivono i fedeli in una nota – è stata effettuata una nuova petizione a cui la Curia di casa nostra non ha mai dato ascolto e nemmeno ha voluto mai ricevere chi l’ha realizzata. Ai sensi del documento papale gli ordinari devono agevolare e venire incontro a codeste richieste dei fedeli senza ostacolarle in nome della lex orandi. A questo proposito l’illustre canonista Micheal Gurtner afferma che un vescovo non può vietare la celebrazione di una Messa e la celebrazione del vecchio rito in sé; nemmeno lo può limitare ad una sola messa mensile (come faceva Nosiglia) o a un solo luogo, come si fa ora. Ordini ed eventuali decreti da parte dalla curia vescovile che tentino di ostacolare o di limitare la celebrazione secondo i riti che furono in uso nel 1962 non sono validi e di conseguenza non bisogna rispettarli, essendo in contraddizione con la suprema legge papale, che è sempre la legge più augusta. Nemmeno un ordinario può sottrarsi alla legge della Sede Apostolica e ignorarla bellamente”.
In centro storico, precisa la Commissione, ben due preti erano disposti a concedere la chiesa: don Aldo De Toni, rettore di San Giuliano, e don Pasquale Di Pietro, parroco di San Gaetano in Corso Palladio. Il capo della chiesa vicentina è intervenuto su di loro asserendo che esiste già una celebrazione domenicale a trenta chilometri da Vicenza.
“Come si sa – prosegue la nota – i sacerdoti da soli non possono schierarsi contro un Vescovo, pena il subire delle pesanti rappresaglie. Ovviamente per timore costoro non lo ammetterebbero mai. Bloccare una messa che c’era già (dal 2008 al 2010) con l’aggravante dell’abuso di potere in una materia in cui non vi è giurisdizione è davvero inqualificabile. Monsignor Beniamino Pizziol ha sbagliato e non va obbedito in questo: non lo diciamo noi, ma il Santo Padre a cui Pizziol deve sottostare incondizionatamente. Ha disobbedito al Papa. Il fatto è questo e lo ribadiamo. Prelati che potevano iniziare le celebrazioni ci sono, ma manca la volontà di essere conformi alle leggi di Roma. Siamo forse di fronte a uno scisma? ”.
La Commissione non si dà per vinta. Anzi, avanza un appello al Comune di Vicenza: “Cogliamo l’occasione di chiedere al vicesindaco di Vicenza Jacopo Bulgarini d’Elci che tanto sta facendo per tenere aperti i vitali gli spazi culturali e storici della città se vuole concederci una chiesa consacrata di proprietà del Comune. Si tratta di una richiesta seria. La situazione è insostenibile. Siamo, del resto, cittadini anche noi di questo territorio”.