Veneto, si apre la partita della nuova giunta regionale: Rucco verso la Sanità? Per il Sociale ridda di nomi vicentini. Nuovi equilibri tra Lega, FdI e Forza Italia

La formazione della nuova giunta regionale del Veneto si annuncia complessa. Dieci gli assessorati da assegnare: cinque destinati a Fratelli d’Italia, quattro alla Lega e uno a Forza Italia. Il presidente eletto Alberto Stefani ha posto un vincolo chiaro: l’ultima parola sui nomi sarà la sua, dopo che ogni partito avrà presentato la propria rosa.
Il nodo Infrastrutture e il possibile ritorno di De Berti
Tra i dossier più sensibili c’è quello delle Infrastrutture, delega separata da Lavori pubblici e Trasporti e attribuita a Fratelli d’Italia. Un settore cruciale anche per la gestione della holding autostradale veneta, partita che Stefani ha seguito direttamente con l’ex vicepresidente Elisa De Berti e con il ministro Matteo Salvini.
Per permettere il rientro in giunta di De Berti serve una modifica alla legge che limita a due i mandati da assessore: un passaggio che il Consiglio regionale potrebbe affrontare già nelle prossime settimane. Il peso elettorale dell’ex vicepresidente a Verona incide sulla trattativa.
Per lo Sviluppo economico il presidente sta valutando l’ingresso di Massimo Bitonci, attuale sottosegretario al Mimit, che garantirebbe un profilo tecnico e un presidio forte dell’area padovana.
Restano da definire le deleghe al Sociale e all’Ambiente, dove il confronto interno alla Lega è particolarmente acceso. In campo ci sono il vicentino Marco Zecchinato e i trevigiani Riccardo Barbisan e Alberto Villanova.
Ma soprattutto pesano due nomi che hai indicato nelle tue note e che stanno circolando con insistenza negli ambienti leghisti: Alessia Bevilacqua, sindaco di Arzignano, che diversi osservatori ritengono favorita per il Sociale, e Morena Martini, prima dei non eletti nella Lega, che secondo voci provenienti dal Bassanese è considerata papabile per una delega diretta. Questo aumenterebbe il numero di Vicentini a Venezia, che fra assessori e consiglieri, ipotizzando la nomina di Rucco sarebbero 11. Da Alessia Bevilacqua per ora, alle prese con un delicato passaggio di consegna ad Arzignano, un no comment.
Zecchinato, che abbiamo contattato direttamente, mantiene la massima prudenza: «Sono ovviamente a disposizione del presidente e del partito in caso di chiamata» dichiara. «Desidero anche esprimere il mio dispiacere per la non elezione di alcuni candidati dell’Area Berica come Formaggio, Fipponi o Nardin: per me sono amici e sarebbe stato positivo avere un altro rappresentante d’area a Venezia».
A Forza Italia dovrebbe andare una delega minore. In caso di rinuncia di Flavio Tosi, l’incarico potrebbe passare alla padovana Elisa Venturini, forte di oltre duemila preferenze di vantaggio su Alberto Bozza.
Fratelli d’Italia, prima forza della coalizione, punta a valorizzare i propri territori. Dario Bond, risultato decisivo nel Bellunese, chiede una delega corrispondente al “peso olimpico” della provincia e viene indicato per l’Agricoltura o come possibile vicepresidente.
In crescita anche Valeria Mantovan, assessore uscente con deleghe a Formazione e Lavoro.
La casella più pesante resta la Sanità. Più fonti indicano come principale candidato l’ex sindaco di Vicenza, Francesco Rucco, forte del risultato elettorale e della lunga vicinanza politica con Stefani.
Per Bilancio e Turismo resta in corsa Lucas Pavanetto, mentre a Claudio Borgia, vicesindaco di Montebelluna e tra i più votati del Trevigiano, potrebbero andare Trasporti e Lavori pubblici. Non si escludono profili esterni di alto livello, incluso quello di Giampiero Beltotto per la Cultura.
Resta aperto anche il dossier sulla guida del Consiglio regionale e sui capigruppo. Per la presidenza dell’aula è in corsa Filippo Giacinti, già sindaco di Albignasego, ma non è escluso che la carica torni alla Lega.
Il nuovo equilibrio interno non si preannuncia semplice: dopo anni di predominio leghista, l’ingresso di una maggioranza più variegata potrebbe aumentare le tensioni.
L’ex presidente Clodovaldo Ruffato invita alla cautela: servirà una figura autorevole in grado di mediare e mantenere compatta la coalizione davanti a un’opposizione più numerosa e organizzata.













