Donna uccisa e scaricata davanti all’ospedale. Fermati il figlio e la madre

Aggiornamento ore 15 – lunedì 6 ottobre
Lonato del Garda (Brescia) – Sono stati fermati dai carabinieri la madre di 59 anni e il figlio sedicenne di Dolores Dori, la donna di 44 anni uccisa venerdì scorso in una sparatoria nel campo nomadi di Lonato del Garda.
Secondo la ricostruzione degli investigatori, le due donne – con il ragazzo presente e intento a riprendere la scena con il cellulare – si sarebbero recate in auto fino al campo, dove avrebbero sfondato il cancello in retromarcia e aperto il fuoco contro alcune persone presenti all’interno.
Dalle prime indagini, uno degli uomini nel campo avrebbe risposto agli spari, colpendo Dolores Dori con tre proiettili. La 44enne è stata poi trasportata in condizioni gravissime all’ospedale di Desenzano, dove è stata abbandonata davanti al pronto soccorso. Nonostante un intervento d’urgenza, la donna è deceduta poco dopo.
Un video, rinvenuto sullo smartphone del figlio minorenne, avrebbe ripreso l’intera sequenza della sparatoria e sta aiutando gli inquirenti a definire le responsabilità dei presenti. La posizione dei familiari della vittima è ora al vaglio della procura di Brescia, che coordina le indagini per omicidio e detenzione illegale di armi.
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Aggiornamento ore 10 – lunedì 6 ottobre
Indagini dei carabinieri tra Brescia e Venezia: sequestrato il campo nomadi e rinvenute due auto
Proseguono senza sosta le ricerche del consuocero di Dolores Dori, la 44enne di origine sinti morta giovedì sera all’ospedale di Desenzano del Garda dopo essere stata colpita da diversi colpi di arma da fuoco. La donna era stata lasciata in gravi condizioni dal marito, che l’aveva accompagnata in pronto soccorso.
Secondo quanto ricostruito dai carabinieri, coordinati dalla Procura di Brescia, l’episodio sarebbe maturato all’interno di una faida familiare. Alla base del conflitto ci sarebbe stata la volontà della vittima di proteggere la figlia, decisa a rifiutare un matrimonio combinato per sposare un ventenne appartenente a una famiglia rivale.
Il teatro della sparatoria è un campo nomadi di Lonato del Garda, oggi sotto sequestro, dove sarebbero stati esplosi numerosi colpi d’arma da fuoco. Gli investigatori hanno trovato segni di proiettile su una Fiat 500 bianca abbandonata tra le roulotte. Nel Veneziano, a Mira, è stata invece ritrovata l’Alfa Romeo Stelvio con cui il marito della vittima aveva raggiunto il Bresciano e successivamente trasportato la moglie ferita in ospedale.
Stando alla ricostruzione, Dolores Dori sarebbe entrata nel campo insieme al figlio, mentre il marito era rimasto all’esterno. Non è ancora chiaro chi abbia aperto il fuoco per primo. La donna è stata colpita da almeno tre proiettili, che le hanno provocato ferite mortali all’addome e a una gamba.
Le indagini proseguono per rintracciare il consuocero, ritenuto figura chiave nella vicenda.
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È morta nella notte Dolores D., 44enne originaria di Vicenza e madre di tre figli, raggiunta da tre colpi di pistola e lasciata agonizzante all’ingresso del pronto soccorso di Desenzano del Garda nella serata di giovedì 2 ottobre.
Intorno alle 19 un’Alfa Romeo Stelvio si è fermata davanti all’ospedale: dal veicolo, sul quale viaggiava almeno un uomo, è stata fatta scendere la donna, già gravemente ferita. L’auto si è poi allontanata a tutta velocità, mentre il personale sanitario ha tentato disperatamente di stabilizzarla e l’ha sottoposta a un delicato intervento chirurgico. Poche ore dopo, però, il suo cuore si è fermato.
La vittima, di origine sinti e residente a Vicenza, era sorella di un collaboratore di giustizia recentemente inserito in un programma di protezione. Aveva piccoli precedenti per reati contro il patrimonio. A dicembre avrebbe compiuto 44 anni.
Le indagini, condotte dai carabinieri del Nucleo investigativo di Brescia e coordinate dal pm Francesca Sussarellu, proseguono senza sosta. Gli investigatori stanno esaminando i filmati di videosorveglianza per rintracciare l’auto che ha scaricato la donna: le targhe, già rilevate, risulterebbero non compatibili con il modello del veicolo, un dettaglio che rafforza l’ipotesi di un’azione pianificata.
Gli inquirenti non escludono che la sparatoria sia avvenuta lontano da Desenzano, forse nel Vicentino, e che la scelta dell’ospedale gardesano sia stata dettata dalla volontà di confondere le indagini. È stata disposta l’autopsia.
L’ipotesi di reato è quella di omicidio.













