“Mi viene la nausea”: negli USA i farmaci anti-obesità stanno riducendo le dimensioni dei piatti in molti ristoranti

Un broncio davanti a un piatto troppo abbondante, perfino nel giorno del Ringraziamento. Sui social media sempre più americani raccontano il loro disagio di fronte a pietanze eccessive: “Non posso guardare questo, mi fa venire la nausea”, scrive una giovane donna. Un effetto collaterale tipico dei trattamenti anti-obesità che stanno rivoluzionando il mercato: semaglutide, conosciuto come Ozempic e Wegovy, e tirzepatide, nota come Mounjaro.
Si tratta di farmaci iniettabili nati per la cura del diabete, capaci di stimolare il rilascio di insulina e soprattutto di ridurre drasticamente l’appetito agendo sul senso di sazietà. La loro diffusione è esplosa grazie anche ai social, in particolare TikTok, nonostante i dubbi legati agli effetti avversi: in rari casi possono colpire pancreas e apparato digerente. Alcuni Paesi europei hanno chiarito che non vanno usati per dimagrire a fini estetici.
Negli Stati Uniti, dove il 40% della popolazione è obesa, questi medicinali sono già utilizzati da quasi un americano su dieci. La tendenza ha spinto anche il settore della ristorazione ad adattarsi. Alcuni ristoranti hanno introdotto menù con mezze porzioni e piatti in versione ridotta, molto richiesti da clienti che non vogliono più affrontare portate troppo abbondanti.
Il fenomeno coinvolge anche le catene: al classico hamburger da 200 grammi si affiancano versioni da appena 50, mentre le bevande si arricchiscono di proteine e vengono proposte in varianti “light”. Alla Smoothie King, ad esempio, è stato lanciato un frullato dedicato a chi segue la cosiddetta “dieta semaglutide”: frutti rossi, niente zuccheri aggiunti, ma 45 grammi di proteine in polvere.
Anche i supermercati seguono il trend, con nuovi prodotti studiati per chi assume queste terapie: tra le novità uno yogurt da bere arricchito con proteine e inulina, fibra che aiuta la digestione e può attenuare i disturbi intestinali legati ai farmaci.
Gli analisti stimano che il mercato delle iniezioni dimagranti triplicherà entro il 2030 negli Stati Uniti, a conferma di una trasformazione che non riguarda solo la sanità, ma le stesse abitudini alimentari e i modelli di consumo.













