7 Agosto 2025 - 16.19

Vicentini, pochi in ferie e tutti assieme a sudare in città; siamo diventati poveri?

Agosto, tempo di ferie. Ma quest’anno, in una delle province storicamente più ricche d’Italia, qualcosa sembra essere cambiato. Le spiagge restano meta ambita, ma mai come ora le strade cittadine continuano ad affollarsi anche sotto il sole cocente. Niente serrande abbassate a tappeto, anzi: ristoranti pieni, negozi attivi e traffico da giorni feriali. Il vicentino è rimasto a casa.

Il paradosso dell’estate urbana.

Se un tempo agosto era sinonimo di città deserta, oggi Vicenza racconta un altro copione. Tra chi ha scelto ferie brevi o spezzettate, chi rimanda a settembre e chi ha semplicemente rinunciato, il risultato è lo stesso: un’estate trascorsa tra i colli berici, il centro storico e qualche grigliata in giardino.

Ma perché?

La risposta è semplice, ma preoccupante: il risparmio. In una provincia che per anni ha rappresentato un modello di benessere produttivo e imprenditoriale, si sente oggi il bisogno di tirare la cinghia. I conti si fanno con attenzione: tra mutui che pesano, inflazione costante, caro-vita e incertezza economica, anche i più “solidi” preferiscono evitare spese superflue. Le ferie diventano un lusso da centellinare.

Non è questione di povertà, almeno non nel senso classico. È una nuova forma di prudenza economica che si sta radicando anche tra le famiglie più strutturate. Il benessere non è scomparso, ma si nasconde dietro abitudini più contenute. Si cena fuori, ma magari si rinuncia alla settimana a Formentera. Si va in montagna, ma per il weekend.

Il ritorno dei “magnagati”? In tutto questo, riemerge un’identità: quella del vicentino concreto, che non ama gli sprechi. Un po’ “vecchia scuola”, attento al portafoglio ma anche legato al proprio territorio. I “magnagati” di una volta tornano in versione moderna: grigliate in compagnia, gite sui colli, ferie sotto casa ma vissute con spirito. Non è decadenza, forse solo un cambiamento culturale, figlio dei tempi.

Vicenza non si svuota ad agosto, ma si trasforma. Una città che continua a vivere, anche sotto il sole. E se un tempo restare in città era una sconfitta, oggi può diventare una scelta. Non per moda, ma per necessità. E magari, per riscoprire che a volte, il relax è dietro l’angolo.

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