Marco Rubio imitato con l’intelligenza artificiale: finti messaggi a ministri e politici

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Un impostore si è finto il senatore repubblicano Marco Rubio utilizzando tecnologie vocali e di messaggistica crittografata per contattare personalità politiche di alto livello.
Secondo quanto riportato dal Washington Post, un individuo non identificato ha creato un account con il nome utente “Marco.Rubio@state.gov“ sulla piattaforma Signal, spacciandosi per il senatore della Florida e inviando messaggi vocali falsificati da intelligenza artificiale ad almeno due persone, tra cui ministri degli Esteri, un governatore e un membro del Congresso statunitense.
Il tentativo, definito come un “incidente” dal Dipartimento di Stato martedì, aveva come obiettivo quello di ottenere informazioni sensibili e l’accesso ad account personali. Secondo un cablogramma diplomatico citato dal quotidiano, l’attacco si è esteso anche ad altri funzionari impersonati con indirizzi email falsi simili a quelli governativi.
Il portavoce del Dipartimento di Stato, Tammy Bruce, ha confermato che le autorità sono a conoscenza dell’accaduto e stanno gestendo la situazione:
“Il Dipartimento prende molto seriamente la responsabilità di proteggere i propri dati e sta adottando misure continue per rafforzare la sicurezza informatica”.
La tecnica usata dall’impostore rientra nei metodi noti come smishing (falsi SMS) e vishing (messaggi vocali ingannevoli), già segnalati a maggio dall’FBI come parte di una campagna più ampia di attacchi condotti da “attori malintenzionati” contro esponenti di governo, agenti federali ed ex funzionari.
Il fenomeno non è isolato: sempre a maggio, il telefono di Susie Wiles, capo dello staff della Casa Bianca, è stato hackerato. Alcuni senatori e dirigenti aziendali avevano ricevuto messaggi da un falso profilo che si spacciava per lei.
Nonostante l’episodio abbia attivato un’indagine congiunta FBI-Casa Bianca, l’allora presidente Trump aveva minimizzato l’accaduto, definendo Wiles “una donna incredibile” in grado di gestire la situazione.
L’allerta resta alta, con le autorità federali che continuano a monitorare minacce ibride, dove l’intelligenza artificiale si somma a tecniche di manipolazione digitale tradizionali.













