Vicenza – Maxi frode sul Bonus Facciate. Sequestrati 4,6 milioni di euro

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Prosegue l’azione della Guardia di Finanza contro le frodi legate ai crediti d’imposta derivanti dai bonus edilizi. I militari del Comando Provinciale di Vicenza hanno eseguito un sequestro preventivo, sia diretto che per equivalente, per un valore complessivo di 4,65 milioni di euro in crediti d’imposta, beni e denaro. Il provvedimento, emesso dal Giudice per le Indagini Preliminari del Tribunale di Verona, ha colpito tre società riconducibili a due imprenditori edili veronesi, indagati per indebita percezione di erogazioni pubbliche, tentata truffa ai danni dello Stato, truffa aggravata e autoriciclaggio.
Le indagini, condotte in collaborazione con l’Autorità Giudiziaria di Verona, hanno ricostruito un sistema fraudolento messo in atto tra il 2021 e il 2022. Tramite il meccanismo dello “sconto in fattura”, i due imprenditori avrebbero generato e ceduto crediti d’imposta fittizi per un totale di 4.659.192 euro, dichiarando interventi edilizi mai eseguiti su immobili nelle province di Vicenza, Verona e Padova. A subire il danno sono stati 26 ignari committenti, le cui informazioni sono state utilizzate senza consenso per attestare lavori inesistenti.
L’operazione rientra in un più ampio piano di controllo avviato dal Gruppo Vicenza per verificare l’effettiva fruizione delle agevolazioni previste dal cosiddetto “Decreto Rilancio” (D.L. 34/2020), che consente di ottenere uno sconto in fattura o un credito d’imposta cedibile per il 90% delle spese sostenute per interventi edilizi.
Già nell’agosto 2023, la Guardia di Finanza aveva segnalato il caso alla Direzione Provinciale dell’Agenzia delle Entrate di Verona, riuscendo a bloccare la compensazione di crediti per 450.000 euro. Le successive verifiche hanno rivelato che gran parte dei crediti era riferita a lavori mai eseguiti e che le società coinvolte erano sconosciute ai proprietari degli immobili, i quali non avevano mai richiesto o firmato contratti di appalto. In alcuni casi, i dati dei committenti erano stati utilizzati fraudolentemente dopo semplici richieste di preventivo. In un episodio particolarmente emblematico, le indagini hanno accertato che uno degli immobili oggetto di intervento fittizio non era mai appartenuto al presunto committente.
Anche nei pochi casi in cui un contratto di appalto era stato effettivamente sottoscritto, i lavori non erano stati realizzati, ad eccezione di un solo immobile dove gli interventi sono stati eseguiti solo parzialmente.
Oltre alla frode, l’indagine ha portato alla scoperta di operazioni di autoriciclaggio: circa 500.000 euro, provenienti dalla monetizzazione dei crediti fittizi, sarebbero stati reimpiegati nelle attività economiche riconducibili ai due indagati.
L’operazione conferma l’impegno della Guardia di Finanza nel contrasto alle frodi fiscali, garantendo la tutela delle risorse pubbliche e il rispetto della legalità nel settore edilizio.













