Covid, chi si vaccina può ammalarsi? Cosa sappiamo

Dopo il vaccino è possibile essere comunque infettati dal coronavirus? Innanzitutto bisogna ricordare che i sieri anti-covid conferiscono una protezione che va dal 60% a oltre il 90%. Ciò vuol dire che, anche dopo la doppia vaccinazione, qualcuno può ancora ammalarsi, una volta entrata in contatto con il virus. Ovviamente non è una certezza ma una probabilità. Come chiarito da Maria Rita Gismondo, direttrice del Laboratorio di microbiologia clinica, virologia e diagnostica delle bioemergenze dell’ospedale Sacco di Milano “il vaccino protegge dalla gravità della malattia, dall’andamento patologico dell’infezione, ma non dalla possibilità che il virus possa infettare”.
“Si presume – ha aggiunto l’esperta – che l’infezione che potrebbe verificarsi nei vaccinati produca una carica virale bassa e che quindi sia probabilmente poco infettante, anche se non ci sono le prove. Tant’è vero che più volte abbiamo raccomandato di mantenere le misure anti-contagio” come mascherine e distanziamento, “perché, soprattutto nei confronti di pazienti anziani o fragili, potremmo diventare vettori di infezione anche se vaccinati”. “Tutti questi – precisa comunque Gismondo – sono studi in itinere”.
“Non tutti siamo uguali c’è chi risponde meglio e peggio al vaccino”, ricorda Matteo Bassetti, direttore della Clinica di Malattie infettive dell’ospedale San Martino di Genova e componente dell’Unità di crisi Covid-19 della Liguria.
“Il vaccino non è una cortina impenetrabile per il virus, non è uno schermo né il mantello magico di Harry Potter al di sotto del quale si diventa invisibili al Sars- Cov-2. Voglio dire che, ad oggi, non ci sono evidenze che i vaccinati non si possano mai più infettare, magari senza avere sintomi di alcun genere, e quindi contagiare altre persone,” ha sottolineato all’Adnkronos Salute l’immunologo Mauro Minelli, responsabile per il Sud della Fondazione italiana di medicina personalizzata, chiarendo sui casi di infezione anche dopo due dosi di vaccino anti-Covid. “Il vaccino, lo abbiamo sempre saputo e non solo per il siero anti-Covid, fa sì che, una volta entrato nell’organismo che ha provveduto ad infettare, il vero Sars-Cov-2 trovi pronti gli anticorpi che, impedendogli di riprodursi, lo bloccano facendo in modo che la persona non si ammali – osserva l’immunologo -. Conseguentemente il concetto va esteso anche alle misure di prevenzione, ai dispositivi di protezione che andranno usati da chi si è vaccinato non tanto per proteggere se stessi, ma soprattutto per proteggere gli altri”. “Il vaccino non è l’attestato del ‘liberi tutti’. Solo col tempo, la campagna vaccinale condotta su grandi numeri e la presa d’atto dell’andamento dell’epidemia nelle comunità di vaccinati, potranno dare certezze circa il reale effetto protettivo dei vaccini non solo verso chi li ha ricevuti ma anche verso terzi non protetti da adeguata vaccinoprofilassi”, conclude Minelli. ADNKRONOS













