20 Aprile 2021 - 15.55

Lo “scisma” della Super League: è la fine della “dittatura” UEFA/FIFA

Con il termine “scisma” si identifica di norma lo strappo con cui Lutero ruppe con la Chiesa di Roma, dando vita al movimento protestante.La riforma luterana spaccò letteralmente in due la società europea del 1500, dando inizio alle cosiddette guerre di religione, caratterizzate da odi insuperabili, eccidi, persecuzioni, che insanguinarono l’Europa per alcuni secoli. Passatemi la similitudine sicuramente azzardata, ma quello che è andato in scena la notte del 18 aprile 2021 è possibile che passi alla storia come lo “scisma” del calcio, che avrà strascichi pesanti, anche se ovviamente, e per fortuna, non sanguinosi come lo scisma luterano.Per i pochissimi che non abbiano seguito questo evento, ricordo che, appunto nella notte del 18 aprile, Andrea Agnelli e Florentino Perez, presidenti di Juventus e Real Madrid, hanno reso noto i 12 Club “fondatori” della neonata “Superlega”: 6 club inglesi, Manchester City, Manchester United, Arsenal, Chelsea, Liverpool, Tottenham – 3 club spagnoli, Real Madrid, Barcellona, Atletico Madrid – 3 club italiani, Juventus, Milan, Inter. A quanto è dato sapere la SuperLeague darà vita ogni anno ad un torneo riservato appunto ai 12 club fondatori, cui si aggiungeranno altri tre “fondatori attesi”, e altre 5 squadre ammesse ogni stagione sulla base di criteri ancora da definire. Il meccanismo del “torneo delle stelle“ sarà poi simile a quello delle League che conosciamo, vale a dire due tornei da 10 squadre ciascuno, con partite di andata e ritorno, per poi accedere ai quarti di finale, semifinali, e finale in partita unica.Questa “League degli eletti” dovrebbe generare un indotto da 10 miliardi l’anno, assicurando ai fondatori un cospicuo incasso.Ed a scanso di equivoci, il motivo per cui questi club hanno deciso di “rompere” con la Uefa sta tutto in quei 10 miliardi.E la valenza finanziaria dell’operazione è confermata dall’impegno una tantum garantito da Jp Morgan per 3,5 miliardi, e le impennate borsistiche delle squadre interessate.Non si fa uno “scisma” come questo se non si ha l’acqua alla gola, se non si è strozzati dai debiti.Situazioni finanziarie rese ancora più drammatiche dalla pandemia, tanto che per non chiudere baracca la Juventus lavora da tempo sulle plusvalenze, l’Inter fa fatica a pagare gli stipendi, Real Madrid e Barcellona annegano in debiti abnormi. Di fronte ad una situazione di questo tipo è chiaro che ci si aggrappa a qualsiasi cosa consenta di galleggiare, per cui per certi versi la Super League non è altro che l’epilogo annunciato, lo strumento per evitare di portare i libri in Tribunale. E allora non ci sono più “mozioni degli affetti”, attaccamento alle Istituzioni calcistiche nazionali ed internazionali, difesa dei “valori sportivi” del calcio.Quel che conta è salvarsi, e per salvarsi occorre incassare tanti soldi. E se per farlo serve buttare a mare la Champions League e l’’Europa League si fa! Magari dopo averci pensato su, magari dopo aver valutato bene pro e contro, ma poi si fa, senza rimpianti, angosce, o lacrime di coccodrillo. E lo si fa anche firmando un documento che impedisce alle società contraenti di recedere, proteggendo di fatto la Super League da eventuali ripensamenti dell’ultimo minuto.Se per sopravvivere serve varcare il Rubicone, allora “alea iacta est” sia!Sempre per restare nella similitudine “luterana”, all’affissione delle tesi alle porte della cattedrale di Wittenberg da parte del monaco agostiniano, seguì la reazione della Curia romana, con la “scomunica”.Parimenti all’annuncio della nascita della Super Laegue sono seguite le immediate reazioni della Uefa che ha proposto l’estromissione delle squadre “eretiche” dai campionati nazionali e dalla Champion League.Tradotto, il campionato di serie A 2021/2022 non vedrebbe la presenza di Juventus, Milan e Inter.E probabilmente i calciatori delle squadre della Super League verranno eclusi dalle competizioni dedicate alle “Nazionali”, che resteranno il “Fort Alamo” dei poteri del calcio tradizionale targato Uefa.Vista la determinazione mostrata da Perez, Agnelli e compagnia, non so se queste minacce serviranno a frenare lo “scisma del calcio”, ma qualcosa la Uefa e la Fifa devono pur fare. Si tratterà poi di vedere se le Federazioni calcio dei singoli Paesi saranno in grado, o vorranno, escludere le squadre “scismatiche” dai rispettivi campionati nazionali, con il rischio di affossarli o di abbassarne pesantemente il livello qualitativo.In prima battuta i toni dei Presidenti, da Ferrero a Preziosi a Cairo sono stati veementi, con richieste di dimissioni ed espulsioni. E ciò nonostante Juventus, Inter e Milan abbiano dichiarato, e messo anche per iscritto, di voler continuare a giocare anche la serie A.Va poi segnalato che nella polemica si sono inseriti addirittura capi di Governo come Macron e Boris Johnson, e ogni capo Partito italiano non ha mancato di far sentire la propria contrarietà.Ma anche le tifoserie si sono ovviamente inserite nel coro di proteste, al grido che “la parte più importante del calcio sono i tifosi e la squadra, non i soldi”.Come mai solo 12 squadre hanno aderito al progetto Super League?Non è dato sapere il perchè. E’ certo che ci sono stati contatti informali anche con altre squadre, ma alla fine club importanti come Bayern, Psg, Ajax, Benfica, hanno preferito rimanere dalla parte Uefa della barricata. Concludendo, è indubbio che l’annuncio della nascita della Super League ha avuto l’effetto di un elefante in una cristalleria, e non poteva essere che così vista l’importanza del calcio sia come fenomeno sociale sia come indotto economico.Non so se ci siano margini di rientro dello “scisma”, se magari di fronte ad un aumento consistente di fondi da parte della Uefa le squadre interessate possano fare marcia indietro.Io credo però che in tutta questa partita per certi versi stiamo guardando, come talvolta succede, il dito anzichè la luna.E la luna è che il calcio è diventato un fenomeno fuori da ogni logica, e non mi spingo a dire etica. In cui si valutano i giocatori a prezzi stratosferici, e di conseguenza gli vengono riconosciuti stipendi folli.Era naturale, con questo andazzo, che alla prima crisi sarebbe scoppiata la bolla.E’ anche vero che fino a non troppi anni fa le partite si potevano godere solo negli stadi, mentre ora il calcio è seguito attraverso le televisioni da milioni di persone che in uno stadio non hanno mai messo piede, con la conseguenza che i diritti televisivi sono diventati determinanti per i bilanci dei club. Resta la domanda se trasformare il calcio in un “circo Barnum”, cui partecipano solo una ventina di squadre stramiliardarie, sia utile al movimento calcistico in generale.Che non è fatto solo dai Messi e dai Ronaldo, ma da centinaia di migliaia di giovani che ogni domenica nei campetti di tutte le serie onorano quello che rimane “il più bel gioco del mondo”.

VICENZA CITTA UNIVERSITARIA
AGSM AIM
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