12 Aprile 2019 - 10.42

FUORIPORTA – “Nettare dell’Estate”, un pellegrinaggio musicale





Un tour unico, diverso, dove la musica è connessa alla natura e il pubblico è invitato a camminare e scoprire dei luoghi, come parte integrante dell’esperienza live: è il “pellegrinaggio” musicale di Giorgio Gobbo, una delle più apprezzate voci del folk italiano.


Da domani, sabato 13 aprile, partirà l’originale tour: “Un omaggio ad alcuni dei paesaggi naturali nei quali ho trovato il filo di un canto o un sentiero di parole. Una serie di performance all’aria aperta, rigorosamente acustiche, che ho pensato per me e aperte a tutti i viandanti”.

Sette concerti che saranno anche occasione di cammino e di incontro e il modo più adatto per scoprire le canzoni dell’album Nettare dell’estate, proprio nei luoghi che hanno regalato l’intuizione che ha ispirato questo lavoro.

Sette tappe, sette esibizioni dal vivo, sette percorsi, facili e suggestivi, dove Gobbo camminerà portando con sé la chitarra.

“E’ il mio personale pellegrinaggio musicale: un viaggio che incontra l’alba, il giorno e la notte in ambienti dove il selvatico ancora si rifugia. Io ci metterò la musica, chi vuole può portarsi un plaid e vettovaglie; ci sarà da vivere l’esperienza offerta da sette scenari diversi fatti di alberi, alture, cielo.”

Il tour andrà dalla pianura ai 2200 metri di Passo Giau, sulle Dolomiti: partirà dal grande albero della Certosa, a Vigodarzere, sabato 13 aprile, e toccherà poi l’ex cava di Monte Croce, a Battaglia, il Rifugio Monte Comun, a Zovon di Vò, il Rifugio Alpe Madre, sul Monte Grappa, il Forte Interrotto, sull’Altopiano di Asiago, il cerchio dei Druidi, sul sentiero delle creste, a Castelnuovo di Teolo e infine, domenica 19 maggio, la chiesetta di San Giovanni Gualberto al Passo Giau.

La partecipazione ai concerti è gratuita e aperta a tutti.


Nettare dell’estate, il primo album solista di Giorgio Gobbo, pubblicato alla fine del 2018, è un progetto nato dal contatto con la montagna e la natura, alla natura e alla montagna doveva tornare. Un omaggio che assume un valore speciale quest’anno, dopo il disastroso evento che ha colpito i boschi delle Dolomiti e delle Prealpi.



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