VICENZA – L’Ulss: “Militare ricoverato, nessun pericolo Ebola”

L’Ulss 6 di Vicenza interviene ufficialmente con un comunicato sul caso del militare americano 60enne ricoverato al San Bortolo per una crisi cardiaca, dipanando ogni sospetto di possibile contagio o rischio per gli altri ricoverati all’ospedale e per la cittadinanza di Vicenza. Lo pubblichiamo integralmente.
“In ordine agli articoli inerenti il ricovero effettuato presso il San Bortolo di un ufficiale dell’US Army proveniente da zona considerata epidemica per Malattia da virus Ebola (MVE), l’Azienda Ulss 6 di Vicenza precisa quanto segue.
Le riportate misure contumaciali, definite comunemente “quarantena”, sono misure di sorveglianza sanitaria messe in atto autonomamente dai Comandi Militari Statunitensi per tutti i militari di stanza presso le caserme “Dal Din” ed “Ederle” provenienti dalle zone di epidemia per Malattia da virus Ebola.
Tali misure sono state condivise dal Sindaco di Vicenza nell’ambito della consueta ed eccellente collaborazione che vede costantemente impegnate queste realtà in Vicenza, al fine di rassicurare la popolazione.
Si sottolinea che alle misure di isolamento sono sottoposti militari sani e, comunque, già assoggettati prima del loro arrivo a Vicenza ad una serie di accertamenti anamnestici e clinici che confermano lo stato di salute.
Per ciò concerne la gestione clinica del caso riportato, dopo aver ricevuto chiamata telefonica, la Centrale Operativa del 118 ha sottoposto il paziente ancora all’interno della caserma Dal Din, tramite conferenza telefonica tra clinici statunitensi, medico della u.o. di Malattie Infettive dell’Ospedale San Bortolo e medico in guardia attiva dell’Istituto Nazionale Malattie Infettive Lazzaro Spallanzani di Roma (INVI), a “triage avanzato” che, in ordine a quanto stabilito dalle Circolari Ministeriali in merito ed al Protocollo della Regione Veneto “Malattia da Virus Ebola”, escludeva categoricamente la classificazione di “caso sospetto di Malattia da virus Ebola” nonché patologie di natura infettiva.
Successivamente, il paziente è stato trasportato in Pronto Soccorso e ricoverato presso la u.o. di riferimento per la patologia in atto, in stanza singola.
Tutte le fasi operative sono state eseguite dal personale e, ad oggi sono evidentemente mantenute, attuando le procedure standard per la prevenzione della trasmissione di malattie infettive da contatto, mantenendo le misure igienico-sanitarie idonee al caso in questione.













