VICENZA – “Il Cisa prenda una posizione”, l’accusa dell’Osservatorio Urbano
Con un comunicato inviato per conoscenza al Presidente del Consiglio Scientifico del CISA, il professor Howard Burns, al Presidente del CISA, Lino Dainese e al direttore Guido Beltramini l’Osservatorio Urbano di Vicenza, da sempre contro la grande opera che dovrebbe cambiare il volto alla città di Vicenza, lancia un’accusa al Centro Internazionale di Studi Andrea Palladio, reo di essere troppo tiepido e di non prendere una chiara posizione sulla grande opera.
Ecco il lungo comunicato:
OUT_Osservatorio Urbano Territoriale di Vicenza, rappresentato dalle associazioni Civiltà del
Verde, Italia Nostra, Legambiente, esprime il suo sdegnato stupore per la tiepida ed ambigua presa di
posizione del Centro Internazionale di Studi Andrea Palladio, nei confronti della gravissima
devastazione urbanistica e paesaggistica che il progetto TAV/TAC e le opere connesse provocheranno
al tessuto urbano di Vicenza, città riconosciuta patrimonio dell’Umanità proprio in virtù del suo essere
culla dell’opera palladiana. Ed è sorprendente che non siano intervenuti direttamente per il CISA né il
presidente Lino Dainese, né il direttore Guido Beltramini, entrambi vicentini e perciò a conoscenza di
tutto ciò che si sta progettando e realizzando a Vicenza, demandando al presidente del Consiglio
Scientifico, prof. Howard Burns, una presa di posizione espressa con termini troppo blandi e imprecisi,
sperando così di lasciare il CISA fuori da questa inevitabile e grave discussione.
Constatiamo quanto quest’ultimo comunicato del CISA sia espressione di una condotta oramai
consolidata negli anni che ha fatto sì che, malgrado l’urgenza, l’importante istituzione non
pronunciasse alcun serio allarme nei confronti delle devastazioni a danno del nostro territorio
vicentino, così straordinariamente carico di valori culturali.
Nel merito: nessun disconoscimento dell’Autostrada A31, opera contestatissima per utilità e
costi e dannosa per la bella campagna che degrada verso sud, lungo i colli berici, che impatta con Villa
Saraceno, villa palladiana di straordinaria ed essenziale bellezza, ora di proprietà del Landmark Trust
il quale, con l’aiuto di associazioni e cittadini, si è battuto furiosamente per tutelarla. Nessun atto concreto nei confronti dell’inqualificabile insediamento di Borgo Berga, con il
mostruoso edificio del nuovo tribunale circondato da un complesso edilizio enorme e ultramoderno,
costruito a ridosso dell’ingresso al centro storico e a pochi metri dalla collina dove sorge Villa
Valmarana ai Nani e, poco più in là, La Rotonda.
In questo contesto, pensando a quanto accaduto nelle scorse settimane ampiamente
documentato dalla stampa anche internazionale, fanno sorridere le parole usate dal presidente del
Consiglio scientifico della più prestigiosa istituzione operante nel campo degli studi palladiani. E’
davvero incredibile leggere i suoi espliciti ringraziamenti all’Amministrazione comunale «per essersi
espressi contro il tunnel idraulico-viabilistico con sbocco alle pendici del colle su cui sorge Villa
Valmarana ai Nani». Ma non sa il CISA che l’idea di un tunnel nasce proprio nelle stanze del Comune di
Vicenza e che ora, messo alle strette dalle proteste di associazioni, comitati e cittadini, lo stesso
Comune afferma di voler studiare ipotesi alternative? Come giustificare e comprendere questa grave
sottovalutazione del ruolo che il Comune ha avuto negli anni e ora in maniera esplicito, di agente attivo
della manipolazione del paesaggio palladiano?
I ripensamenti del Comune, finché dureranno, sono attribuibili solo alla ferma presa di
posizione di OUT, alla allarmata segnalazione fatta agli uffici UNESCO di Parigi e Roma, al loro pronto e
serissimo intervento.
Molti cittadini di Vicenza si sono mossi, al contrario di quanto non abbia fatto il CISA, facendosi
portavoce della difesa del territorio e del paesaggio aggrediti da una inarrestabile e devastante
cementificazione. Questi stessi cittadini non ringraziano né l’Amministrazione comunale, e in
particolare la sua attuale Giunta, né tanto meno il CISA, ma le migliaia di persone che hanno
sottoscritto l’appello al ministro Franceschini in difesa del patrimonio culturale palladiano, pubblicato
su change.org che è diventato il loro più efficace e inequivocabile manifesto.














