27 Luglio 2015 - 17.28

VENETO – Le donne del PD risolvono il problema profughi, davanti a un the

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Problema profughi risolto. La buona notizia arriva proprio dal Veneto, dove le donne dem (con asse Moretti-Serracchiani) prpongono una serie di misure destinate a rivoluzionare il sistema di accoglienza. Propongono: accoglienza diffusa per evitare le concentrazioni pericolose; hub di prima raccolta su base provinciale; sindaci protagonisti delle scelte e mai più soverchiati dai prefetti; regola dell’uno per mille abitanti con tutela delle località turistiche; maggiore disponibilità di risorse abbinata alla selezione rigorosa delle cooperative di assistenza. Un cambio di rotta sancito da un incontro a porte chiuse tenutosi a San Donà di Piave. Attorno al tavolo il presidente del Friuli-Venezia Giulia Debora Serracchiani, vicesegretario del partito, i sindaci dem e una delegazione del gruppo regionale. Obiettivo, evitare che l’emergenza profughi diventi un palcoscenico leghista affrontando il problema con un occhio alla legalità e uno solidarietà, creando una discontinuità col passato. Tutto parte da un’autocritica sull’iniziale sottovalutazione dell’impatto sociale dei flussi e soprattutto dall’ispirazione al “modello” friulano di integrazione, imperniato sulla cabina di regia regionale e sulla stretta collaborazione tra enti locali e coop sociali.
Alessandra Moretti lancia quindi un tavolo di coordinamento, “negato da Zaia -dice- che preferisce fuggire dai problemi per cavalcarli a scopo elettorale anziché impegnarsi a risolverli. In queste settimane, insieme al sindaco di Treviso Manildo -continua Moretti intervistata dal Mattino di Padova- ho affrontato più volte la questione con il presidente Renzi, sollecitando un’attenzione particolare del Governo al fenomeno. Non possiamo lasciare soli gli amministratori, occorre dotarli di risorse adeguate, anche ulteriori rispetto al budget attuale, e soprattutto è fondamentale snellire i tempi di identificazione degli immigrati, oggi troppo lunghi. Distinguere chi ha diritto d’asilo e chi no, è fondamentale per evitare lunghe permanenze e assembramenti che nel tempo rischiano di innescare tensioni». «La questione profughi, come altre, va affrontata e gestitaa in sede comunitaria, non esorcizzata all’ombra di un campanile». La domanda è: e quindi?

VICENZA CITTA UNIVERSITARIA
AGSM AIM
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