29 Luglio 2025 - 9.27
Veneto – Agricoltore trovato morto dopo 24 ore, schiacciato dal trattore in vigna. Federacma: “Il terzo decesso in due mesi, serve subito la revisione obbligatoria”

| Una tragedia silenziosa, consumatasi tra i filari di una vigna e scoperta solo dopo un’intera giornata. È morto così un agricoltore di 55 anni a Guia di Valdobbiadene (Treviso), schiacciato dal trattore con cui stava lavorando. Il mezzo si è ribaltato in una zona impervia, facendolo precipitare per una decina di metri. A trovarlo, 24 ore dopo l’incidente, è stata la sorella, allarmata dal suo mancato rientro. Sul posto sono intervenuti carabinieri, Spisal, Soccorso alpino e vigili del fuoco, che hanno recuperato il corpo.Secondo quanto ricostruito, l’uomo stava lavorando da solo nella propria vigna, come accade spesso per molti agricoltori, in un contesto di terreni scoscesi e mezzi non sempre adeguati. L’incidente mortale di Valdobbiadene è il terzo in poco più di due mesi in Veneto dovuto al ribaltamento di un trattore: a fine maggio perse la vita un 74enne a Cinto Euganeo (Padova), mentre a metà giugno è deceduto un 48enne a Sezano (Verona).Federacma – la Federazione Confcommercio delle associazioni nazionali dei servizi e commercio macchine agricole, operatrici e da giardinaggio – esprime cordoglio alla famiglia della vittima e rilancia l’allarme sulla sicurezza dei mezzi agricoli.“Morire tra i filari e restare lì per ore, senza che nessuno possa intervenire, è la fotografia più dura della solitudine che spesso accompagna il lavoro nei campi – afferma Andrea Borio, presidente di Federacma –. Ed è anche il simbolo di una mancata prevenzione. Mezzi vecchi, privi di protezioni, continuano a ribaltarsi e uccidere. Ogni settimana in Italia piangiamo un agricoltore e il Veneto è una delle regioni colpite”.Secondo i dati INAIL, ogni anno si registrano oltre cento decessi per incidenti agricoli in Italia, con il ribaltamento del trattore come prima causa. Una strage evitabile, sottolinea Federacma, se solo si desse piena attuazione alla revisione obbligatoria dei mezzi, prevista da un decreto interministeriale del 2015 ma mai attuata per l’assenza del decreto attuativo.“La legge c’è, ma lo Stato non la rende operativa – prosegue Borio –. Senza regole tecniche, senza controllori e senza officine abilitate, la norma resta lettera morta. E i mezzi restano insicuri”.Federacma rinnova l’invito al Governo a sbloccare con urgenza l’iter per l’attuazione della norma e a trovare strumenti idonei per sostenere gli agricoltori nella messa in sicurezza dei mezzi, e si dice pronta a collaborare con la propria rete di rivenditori e officine per attivare controlli diffusi ed efficaci.“Serve un piano concreto, ora – conclude Borio –. La sicurezza nei campi non può essere affidata al caso o alla buona volontà. È responsabilità delle Istituzioni mettere ogni agricoltore in condizione di lavorare con mezzi sicuri. Non farlo significa accettare che altri muoiano”. |













