Treviso, carcere nel caos per il sovraffolamento e la carenza di personale

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Una situazione di grave sovraffollamento della struttura detentiva di Treviso che, unita ad una altrettanto significativa carenza di personale di Polizia Penitenziaria del Reparto trevigiano, sta mettendo, nelle ultime settimane, a dura prova il personale del carcere. Lo denuncia Giovanni Vona, segretario per il Triveneto del Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria: “Su una capienza di detenuti prevista su 130, ce ne sono in realtà 250. A questo si aggiunga che attualmente si registra una carenza di 60 unità di Polizia Penitenziaria, 22 dei quali assenti per malattie professionali di lunga durata. Visto l’arrivo del periodo estivo e senza soluzioni immediate, la realtà penitenziaria trevigiana può che peggiorare raggiungendo livelli molto seri”, spiega il sindacalista, che da notizia che proprio ieri ha incontrato i vertici della direzione del carcere al quale hanno rappresentato il disagio e le proteste dei poliziotti. E un appello in particolare il SAPPE lo rivolge ai vertici regionali e nazionali dell’Amministrazione Penitenziaria ed al Prefetto, invitati “a visitare personalmente l’Istituto per valutare le condizioni operative e di sicurezza in cui opera il personale di Polizia Penitenziaria”.
“Il lavoro in carcere è un lavoro oscuro, perché quando viene arrestato un pericoloso latitante la vicenda finisce sulle pagine dei giornali, ma tutto quello che accade successivamente, negli anni a seguire, è oscuro e non subirà la stessa sorte, non comparirà sulle pagine dei giornali né in televisione, non farà notizia”, commenta Donato Capece, segretario generale del primo Sindacato della Polizia Penitenziaria. “Per questo”, rimarca, “è fondamentale che le istituzioni raccolgano nuovamente il nostro appello: investite nella sicurezza per avere carceri più sicure. Questo vale per Treviso ma anche per tutte le altre strutture detentive del Triveneto. Bisogna sfollare il carcere trevigiano per riportare alla normalità la situazione a fronte dei troppi detenuti a cui si contrappone la grave carenza di Baschi Azzurri. Il Corpo di Polizia Penitenziaria ha dimostrato, negli anni, non soltanto di costituire un grande baluardo nella difesa della società contro la criminalità, ma ha anche dimostrato di avere in sé tutti i numeri, le capacità, le risorse, gli strumenti per impegnarsi ancora di più nella lotta contro la criminalità, per impegnarsi non soltanto dentro il carcere, ma anche fuori dal carcere”, conclude Capece.













