Rucco, modello vicentino della destra che lavora

C’è un vento nuovo che soffia sulla destra vicentina. Un cambiamento silenzioso, ma profondo, che parte da un ritorno tutt’altro che scontato: quello di Francesco Rucco, figura simbolo della stagione civica con Idea Vicenza, già sindaco del capoluogo berico e oggi nuovamente tessera alla mano nella casa della destra organizzata, quella Fratelli d’Italia che guida il governo nazionale.
Rucco non è un volto nuovo per la destra: la sua storia parte da lontano, da Alleanza Nazionale e poi dal Popolo della Libertà. Ma è proprio il suo percorso intermedio, autonomo e civico, ad avergli dato una credibilità trasversale, rendendolo oggi catalizzatore di una nuova sintesi politica, capace di unire mondi che negli ultimi anni si erano parlati poco: il moderatismo cattolico, il civismo amministrativo, e quel bacino elettorale mobile ma ben definito dalla propria identità, che ha saputo trovare rappresentanza prima nella DC, poi in Berlusconi o in Zaia, al netto delle stagioni politiche.
Intorno alla sua figura si sta componendo una traiettoria rucchiana, concreta e riconoscibile, che mette insieme l’affidabilità dell’amministratore con l’orizzonte di un progetto politico largo e radicato. Un’operazione costruita con intelligenza e lungimiranza da chi guida oggi il partito in provincia, Silvio Giovine: un leader giovane ma già navigato, che in questi mesi ha dimostrato di possedere non solo la visione politica, ma anche quella sensibilità organizzativa che distingue lo stratega dal semplice coordinatore. È stato proprio Giovine, con una lettura puntuale dei tempi e dei territori, a cogliere che il rientro di Rucco non era solo un gesto simbolico, ma l’innesco di un nuovo ciclo politico, potenzialmente decisivo non solo per le regionali ormai prossime, ma anche in prospettiva più lunga. Il 2028 con le amministrative nel capoluogo vicentino, del resto, non è così lontano come sembra.
I movimenti nei comuni della provincia parlano chiaro: sindaci, assessori e consiglieri si posizionano con l’attenzione di chi conosce il linguaggio della concretezza. E nel frattempo, Fratelli d’Italia ritrova entusiasmo. Rucco sta battendo la provincia circolo per circolo, costruendo con pazienza una rete di relazioni, ascolto e militanza. E questo fermento non passa inosservato. C’è anche una nuova generazione di giovani amministratori, dirigenti e militanti, che guarda con fiducia a questa fase. Giovani che non si riconoscono nelle formule del passato, ma che vogliono contare. Che cercano riferimenti affidabili, idee solide e un partito che li accolga senza inquadrarli. È anche a loro che questa destra si rivolge.
Così, accanto alla leader nazionale di Giorgia Meloni, prende forma un modello vicentino che non urla ma lavora. Che non si accontenta dei ricordi, ma costruisce futuro. Una destra pacata ma determinata, concreta e radicata, dove ascolto e presenza sul territorio diventano stile politico prima ancora che strategia elettorale.
Una nuova destra, insomma. Che parte da Vicenza, ma guarda lontano.













