Non solo Trump, anche la sinistra inglese (Laburisti) annulla gli aiuti esteri: il livello più basso mai registrato

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Il governo di Sir Keir Starmer ridurrà gli aiuti esteri del Regno Unito allo 0,3% del reddito nazionale lordo (RNL) entro il 2027, segnando il livello più basso mai registrato da quando sono iniziate le rilevazioni nel 1960. Anche con una riduzione dei costi per l’alloggio dei richiedenti asilo, la quota effettivamente destinata agli aiuti internazionali potrebbe scendere addirittura allo 0,23%.
L’analisi di Ian Mitchell, esperto del think tank Centre for Global Development, evidenzia come questa decisione rappresenti un completo ribaltamento delle storiche politiche laburiste in materia di aiuti. Nel 2023, il 28% del budget per la cooperazione internazionale – circa 4,3 miliardi di sterline – è stato destinato al finanziamento dell’accoglienza dei richiedenti asilo nel Regno Unito. Se questi costi rimanessero invariati, la quota destinata all’effettivo sviluppo internazionale scenderebbe allo 0,20% del PIL, il minimo storico.
L’indignazione delle ONG e la crisi del settore umanitario
Un gruppo di 138 ONG ha scritto a Starmer esprimendo il proprio sgomento, denunciando “il più grande taglio nella storia del programma di aiuti del Regno Unito”. Nella lettera, organizzata da Bond, la coalizione delle organizzazioni umanitarie britanniche, si legge:
“Vi imploriamo di revocare questa decisione prima che vengano arrecati danni significativi allo sviluppo del Regno Unito, al suo lavoro umanitario e alla sua reputazione globale”.
Le aree più colpite includeranno il climate change, gli aiuti umanitari per lo Yemen, e i finanziamenti per Gavi, il programma di vaccinazione globale sostenuto da Bill Gates. Tra i Paesi che potrebbero subire i tagli maggiori figurano Siria, Yemen, Afghanistan, Etiopia e Nigeria.
Proteste nel Labour e nel Foreign Office
La decisione ha sollevato preoccupazioni anche tra i ministri laburisti. Fonti governative parlano di “shock e angoscia” tra i funzionari del Foreign, Commonwealth and Development Office (FCDO), che temono un’ondata di licenziamenti. Già sotto Boris Johnson, il FCDO aveva visto la sua indipendenza smantellata, e ora si prospettano nuove riduzioni di personale.
Diplomatici europei: “Sbloccare i beni russi per salvare gli aiuti”
Nel tentativo di compensare i tagli, i diplomatici europei stanno spingendo il ministro degli Esteri David Lammy affinché il Regno Unito utilizzi i 200 miliardi di dollari di beni russi congelati per sostenere l’Ucraina, riducendo così la pressione sul budget per gli aiuti. L’ipotesi di confiscare questi fondi, tuttavia, si scontra con ostacoli legali e la resistenza della Germania, Francia e Banca Centrale Europea.
La decisione di Starmer rappresenta una svolta storica nelle politiche di aiuto del Regno Unito, mettendo in discussione il suo ruolo come attore globale nel settore dello sviluppo internazionale.













