“Dopo di noi”, un problema per oltre 12mila famiglie vicentine

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Quando si ha un figlio o una figlia con disabilità, il presente richiede molta energia, attenzione e organizzazione. La quotidianità è fatta di cura, di appuntamenti, terapie, documenti, imprevisti. Il pensiero che accompagna ogni genitore è: “Cosa succederà quando non ci sarò più?” “Chi si prenderà cura di lui/lei?” “Come posso proteggere il suo futuro?”.
Per aiutare le famiglie vicentine a trovare una risposta a questi interrogativi, la Fondazione di Comunità Vicentina per la Qualità di Vita ha organizzato un incontro pubblico sul tema.
Il contesto sociale
Questa infatti è oggi una preoccupazione pressante per circa 12.280 famiglie vicentine, tanti si stimano siano nella provincia berica i disabili di età pari o inferiore a 65 anni (fonte Regione del Veneto), dunque tipicamente assistiti dai genitori o da altri familiari generalmente anziani, con modalità e livelli di impegno variabili ma sempre con una grande incognita su ciò che potrà accadere loro in futuro, quando i genitori o gli altri care giver verranno a mancare o saranno comunque troppo anziani per continuare a prendersene cura.
Ampliando invece lo sguardo al contesto nazionale, in Italia sono 13 milioni le persone con disabilità (480 mila solo in Veneto), di cui 3 milioni presentano una disabilità grave. Di queste, si stima che 2 su 3 potrebbero aver bisogno di uno strumento di copertura futura una volta che verrà meno l’assistenza dei familiari.
Per quanto riguarda invece gli aspetti economici, si stima che in media siano pari a 15.000 euro l’anno per famiglia i costi sostenuti per l’assistenza di una persona con disabilità grave. A conferma di questo, a fronte di un patrimonio medio stimato per famiglia di 200 mila euro, le famiglie con una disabilità moderata o lieve tendono ad avere patrimoni superiori del 15% rispetto alla media, per effetto di una maggiore propensione al risparmio, mentre quelle con disabilità grave registrano una riduzione del 20%, principalmente proprio a causa dei costi elevati di assistenza.
Ad aumentare le incognite per le famiglie che vivono questa situazione è il fatto che il tema rappresenta un fenomeno relativamente nuovo, perché se da un lato il miglioramento delle cure e dell’assistenza ha fatto sì che le persone disabili oggi abbiano una aspettativa di vita più lunga rispetto al passato, dall’altro è la prima volta che la nostra società è alle prese con la situazione in cui la gran parte delle persone con disabilità è destinata a sopravvivere ai propri genitori.
Il fondo “Durante e Dopo di Noi” e gli altri strumenti di pianificazione
Da qui la volontà della Fondazione QuVi di mettere a disposizione della comunità uno strumento semplice, sostenibile sul piano economico, del tutto personalizzabile e garantito: il fondo “Durante e Dopo di noi”. A spiegare di cosa si tratta è Nicol Gastaldello, coordinatrice della Fondazione QuVi: «È un fondo vincolato che permette di costruire una tutela concreta e sostenibile nel tempo per la persona con disabilità. È un fondo personale e dedicato, creato in seno la Fondazione, che può essere alimentato nel tempo da chiunque voglia sostenere il progetto di vita di una persona con disabilità. È tracciato, sicuro e usato esclusivamente per il benessere del beneficiario. Perché la questione del “Dopo di noi” rappresenta un bisogno profondo per le famiglie con un disabile, ma spesso si tende a rimandare la quesitone, anche perché si fatica a trovare risposte concrete: il rischio è di trovarsi da un lato senza persone di fiducia che garantiscano la migliore qualità di vita per la persona con disabilità e ne regolamentino l’amministrazione e la gestione dei beni, dall’altro privi di risorse economiche che garantiscano una vita dignitosa».
Tra i vantaggi del fondo “Durante e Dopo di Noi”, un aspetto rilevante è il beneficio fiscale: molte spese che non possono essere dedotte o che offrono vantaggi fiscali limitati, attraverso il fondo diventano donazioni deducibili, generando un rimborso fiscale che può andare dal 30% sino ad oltre il 46% della spesa sostenuta, e questo vantaggio può essere usato per accumulare risorse da destinare a spese future o a imprevisti. Inoltre è possibile scegliere una soluzione flessibile ed efficace per trasferire il patrimonio familiare alla persona con disabilità: il fondo può essere infatti alimentato da donazioni dirette e periodiche, attivando una raccolta fondi dedicata, sottoscrivendo tramite la Fondazione una polizza assicurativa che si attivi alla scomparsa dei genitori o di un’altra figura di riferimento (in questo caso i premi versati sono considerati donazioni deducibili dal reddito, offrendo così un rilevante beneficio fiscale), o ancora con un lascito testamentario, esente da imposte di successione.
Le risorse vengono gestite dalla Fondazione con trasparenza e professionalità e questo libera la famiglia da obblighi amministrativi e garantisce che i fondi siano usati esclusivamente a favore della persona indicata.
In alternativa, laFondazione QuVi può aiutare le famiglie – in base alle personali necessità e preferenze – ad attivare anche altri strumenti utili a pianificare il “dopo di noi”, quali la donazione con onere, la rendita vitalizia, il trust o ancora il contratto di mantenimento,
La campagna “Durante e Dopo di Noi” e il fondo collettivo
L’incontro di oggi è stato il primo atto ufficiale della nuova campagna “Durante e Dopo di Noi”, attraverso la quale la Fondazione QuVi si propone innanzitutto di sensibilizzare le famiglie sulla necessità di pianificare la gestione delle risorse finanziarie dei propri cari con disabilità/fragilità e di far conoscere gli strumenti finanziari possibili per garantire la migliore qualità di vita possibile alle persone con disabilità quando viene meno la rete parentale.
Allo stesso tempo, però, la campagna si rivolge anche ad altri soggetti nel territorio, privati cittadini o aziende, con l’obiettivo di raccogliere risorse per costituire un fondo collettivo per aiutare le famiglie di persone con fragilità, economicamente meno abbienti, integrando le loro risorse per il “Dopo di Noi” laddove non risultassero sufficienti a garantire una serena pianificazione familiare.













