Apertura amara sulle Dolomiti, lunghe attese e proteste degli sciatori

foto da Facebook, pagina: Mondo Montagna
Un fine settimana da dimenticare per molti sciatori nel comprensorio Arabba–Marmolada, dove la scarsità di neve ha causato pesanti disagi proprio nel primo weekend di dicembre caratterizzato da una buona affluenza. La chiusura della pista di rientro da passo Padon ha infatti costretto centinaia di persone a utilizzare gli impianti di risalita anche per la discesa, generando lunghe attese e malumori.
La situazione più critica si è registrata all’impianto Antercrëp, a oltre 2.300 metri di quota, dove si sono formate code interminabili per la seggiovia diretta ad Arabba. In alcuni casi l’attesa ha superato l’ora. Le immagini diffuse sui social mostrano file compatte di sciatori, nervosismo diffuso e momenti di tensione, con lamentele per la mancanza di informazioni preventive sulla chiusura della pista e per l’assenza di valide alternative per il rientro sci ai piedi.
Secondo quanto segnalato dagli utenti, la chiusura del tracciato sarebbe avvenuta senza una comunicazione chiara e tempestiva, trasformando il rientro a valle in quello che molti hanno definito “un imbuto annunciato”. A incidere ulteriormente è stata la limitata capacità degli impianti in fase di discesa, inferiore rispetto a quella prevista per la risalita.
Alla base dei problemi resta la carenza di neve naturale, aggravata dalle difficoltà nella programmazione dell’innevamento artificiale a causa delle temperature elevate in quota. Una situazione che, con l’andamento climatico attuale, potrebbe ripresentarsi anche nelle prossime settimane.
Per molti appassionati, la giornata che avrebbe dovuto segnare l’inizio della stagione sciistica sulle Dolomiti si è trasformata in ore di attesa e frustrazione, lasciando aperto il tema della gestione dei flussi e della comunicazione in condizioni di innevamento critiche.













