26 Marzo 2014 - 10.41

Alessandra Moretti e la giustizia di genere

moretti al totem

di Diceopoli

L’ordinamento giuridico italiano stabilisce che nessuno possa essere sottratto al proprio giudice naturale. La legge stabilisce in anticipo come si deve determinare il giudice in base alla materia (civile, penale, di lavoro, amministrativa) e con riguardo al luogo dove il contenzioso é sorto o dove il reato é stato commesso. La norma vale in ogni caso, in modo che il giudice chiamato a pronunciarsi su una causa sia predeterminato per legge, senza riguardo al fatto che la persona coinvolta sia ricca o povera, imprenditore o politico, semplice cittadino o il Presidente della Repubblica. Tutto questo vale sempre? No, purtroppo vale quasi sempre. Un evidente caso di eccezione é rappresentato da convenzioni o trattati che l’Italia, nel tempo, ha sottoscritto con paesi e Nazioni ovviamente in grado di contrattare in posizione di forza. Uno di questi trattati é quello firmato bilateralmente con gli Stati Uniti e che permette all’Italia di rinunciare alla propria giurisdizione a giudicare reati compiuti da militari americani sul suolo italiano, per consegnarli alla giustizia americana. Gli Stati Uniti chiedono all’Italia di rinunciare: si può dire di si o di no, il resto viene di conseguenza.
Troppo spesso ci si dimentica di quali e quante sono state le occasioni nelle quali l’Italia ha rinunciato alla sua sovranità, ma probabilmente il caso più eclatante é quelli che ha finito per consegnare alle autorità statunitensi i piloti del Sea-Harrier della marina americana che, volando troppo basso e in spregio ad ogni regola di prudenza, finí per tranciare il caso della funivia del Cermis, provocando morti e feriti. Le condanne, stabilite dalla corte marziale, sono state poco più che simboliche e di risarcimenti dei danni si é saputo poco o punto.
All’inizio degli anni ’90 a Vicenza venne ucciso un povero nigeriano, John Boateng, colpevole soltanto si essere andato in una discoteca e di aver sfruttato il colore della sua pelle per farsi passare per un afro-americano. Venne bastonato a morte da un gruppo di militari americani che non avevano apprezzato la messa in scena. I militari vennero condannati in primo grado a Vicenza, ma quanto a scontare la pena… Non si sa.
Ora l’ex vicesindaco di Vicenza, Alessandra Moretti, evidentemente toccata dalla vicenda di una ragazza vicentina violentata, pare, da un militare americano ha presentato una interrogazione al ministro della giustizia. Ma non se la prende con la convenzione che, negli ultimi 15 mesi ha già consentito di delegare agli Stati Uniti di processare 90 militari americani sospettati di reati compiuti in Italia. No, la deputata del Pd dagli occhi azzurri, ne fa una questione di genere. “Il parlamento che ha votato la legge sul femminicidio – scrive indignata – non può permettere che una violenza su una donna venga ignorata.” Ma che senso ha? Un omicidio é forse meno grave di una violenza sessuale? Una donna merita maggiore tutela di un uomo, così, a prescindere da qualsiasi altra considerazione? Quello che la povera ragazza vicentina non é riuscita a far valere, cioè un semplice “No, non voglio”, é invece possibile per il ministero e per la politica italiana. Basta rispondere “No” quando gli americani chiedono all’Italia di rinunciare alla sua giurisdizione sui reati. Si dice di no, si applica al sospettato o all’imputato la custodia cautelare come nel caso di specie era stato chiesto dai carabinieri e poi lo si processa. Con le leggi italiane, in base al nostro codice e se si arriva ad una sentenza di condanna si fa scontare la pena. Punto. Si é mai sentito dire che gli americani abbiano fatto diversamente? Ci hanno mai consegnato, per esempio, quel Mario Lozano che sparò alla macchina con Mario Calipari a bordo, uccidendo il nostro agente segreto che stava salvando la vita ad una giornalista dopo un sequestro di persona in Iraq? No, gli americani non rinunciano. Perché dovremmo farlo noi?

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