26 Gennaio 2018 - 15.51

Il Veneto si candida ad ospitare l’insediamento DTT (ricerca sulla fusione nucleare)

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“La presentazione della candidatura veneta all’insediamento del DTT (Divertor Tokamak Test), infrastruttura di ricerca nel campo dell’energia, è il risultato di un grande lavoro di sintesi portato avanti congiuntamente tra Regione, Università di Padova e Comune di Venezia. Si tratta di un’occasione storica ed imperdibile per il Veneto e può costituire una svolta epocale”.

A dirlo è l’assessore regionale allo sviluppo economico e all’energia in occasione dell’adozione del provvedimento con cui la giunta veneta ha deciso di partecipare alla selezione indetta dall’ENEA per la scelta del sito in cui insediare l’impianto per la costruzione del dispositivo destinato alla produzione di energia elettrica da fusione termonucleare, proponendo per questo Porto Marghera.

“L’insediamento nell’area di Porto Marghera – aggiunge l’assessore – con un investimento pari a 500 milioni di euro, a cui si aggiungerà il contributo regionale, potrà sviluppare un indotto di oltre due miliardi per la nostra regione e un impatto occupazione di almeno 2000 posti di lavoro. La gestione dell’impianto si protrarrà per almeno 25 anni. Un’infrastruttura come il DTT potrebbe quindi costituire un potente volano per l’economia veneta, incentivando produzioni ad alta tecnologia e ad elevato valore aggiunto. Un impianto di questa natura e importanza ci metterà una volta di più al centro dell’attenzione a livello globale”.

“Anche questa iniziativa – conclude l’assessore – va inserita nel lavoro a matrice positiva che come Regione stiamo portando avanti tra mondo dell’impresa e della ricerca con il prezioso apporto delle università. Si tratta di un connubio che è un propellente importante per dare al nostro sistema economico qualità, competitività, capacità di stare sui mercati con prospettive di occupazione e crescita”.

IL DTT

DTT, Divertor Tokamak Test Facility, il progetto da 500 milioni di euro per realizzare in Italia un’infrastruttura strategica di ricerca sulla fusione nucleare.
Il Divertor Tokamak Test facility nasce su impulso dell’ENEA in collaborazione con CNR, INFN, CREATE (Consorzio di Ricerca per l’Energia, l’Automazione e le Tecnologie dell’Elettromagnetismo) e alcune tra le più prestigiose università e aziende italiane leader nel settore.

L’obiettivo del Divertor Tokamak Test Facility

Questo grande laboratorio scientifico italiano, considerato l’anello di collegamento tra i grandi progetti di fusione nucleare ITER e DEMO, fornirà risposte scientifiche, tecniche e tecnologiche cruciali destinate a risolvere una delle maggiori criticità del processo di fusione, lo smaltimento dell’energia nei reattori a fusione. Dopo Iter infatti rimarranno da affrontare i problemi che riguardano la gestione dei grandi flussi di potenza prodotti dal plasma combustibile e i materiali da usare come contenitore.

La tecnologia made in Italy alla base di DTT sarà la stessa utilizzata per ITER, ma con in più la possibilità di eseguire test utilizzando anche tecniche brevettate dall’ENEA: su DTT infatti si testeranno configurazioni magnetiche innovative e nuovi materiali come i metalli liquidi.

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