30 Ottobre 2017 - 17.21

VICENZA – Arcigay: “Fermiamo gli stereotipi sull’HIV”

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In risposta all’articolo “Insieme da 6 mesi, gli dice che ha HIV – Vita distrutta” pubblicato qualche giorno fa da un media locale, l’Associazione 15 Giugno Arcigay Vicenza coglie l’occasione per fare alcune precisazioni in un comunicato stampa che pubblichiamo integralmente:

“In primo luogo vogliamo sottolineare che questo comunicato non vuole contestare l’iniziale risposta emotiva del Signor Antonio. Questo caso però dimostra come ci siano ancora lacune sulla conoscenza generale della trasmissione del virus HIV. Facciamo un passo indietro. Dicembre 1991, l’immunologo Fernando Aiuti bacia pubblicamente sulla bocca una ragazza sieropositiva, Rosaria Iardino, allora di ventidue anni. L’incredibile bacio svolto a smontare la stigmatizzazione di massa verso quella che allora era una malattia relativamente poco compresa, fece il giro dei media italiani, turbando non poco l’opinione pubblica. “Ma il virus non si passa bevendo dallo stesso bicchiere?” “E se uno sieropositivo mi starnutisce addosso?” “E le zanzare possono passarmi il virus?”. Domande legittime di fronte ad un virus che corrispondeva ad una quasi-sentenza di morte e poco capito (alla stessa Iardino avevano dato un anno di vita dopo essere stata diagnosticata, adesso ha una bambina).  2017. Grandi progressi sono stati raggiunti. È di fondamentale importanza per tutti noi continuare a informarci e capire. Preghiamo il pubblico di informarsi sui dati oggettivi, imparziali ed unanimemente accettati dalla comunità scientifica sulla campagna U=U (UNDETECTABLE = UNTRANSMITTABLE, traducibile con Non rilevabile= Non trasmissibile). Se la comunità scientifica non può dire che non ci sia assolutamente un rischio pari a 0 di trasmissione, esiste un consenso sul fatto che gli individui in trattamento con un carico virale non rilevabile per almeno sei mesi siano considerati non infettivi. Il rischio zero non può esistere. Mai. Ma la comunità scientifica parla di rischio virtualmente zero. Ad esempio, non esiste il rischio zero di essere investiti, nemmeno attraversando sulle strisce pedonali, con semaforo verde. Ma nessuno si sognerebbe di dire che è pericoloso o da non fare. Le persone che vivono con l’HIV trattato con la terapia antiretrovirale (ART), con un carico virale non rilevabile nel loro sangue da almeno sei mesi hanno un rischio trascurabile della trasmissione sessuale dell’HIV. Lo studio PARTNER ha esaminato decine di migliaia di casi di rapporti sessuali non protetti tra due individui, uno HIV negativo e l’altro positivo per HIV con carica virale non rilevabile: mai un partner HIV positivo ha trasmesso il virus. Si sottolinea quindi la vitale importanza che ogni individuo esegua test per conoscere il proprio stato di HIV. La soppressione continua e affidabile dell’HIV richiede la selezione di agenti appropriati e un’adeguata adesione al trattamento. La comunità scientifica è ormai unanime nel dire che la terapia, se eseguita con costanza, può azzerare la quantità di virus circolante. Allo stesso modo, è ben noto che il rischio di trasmettere HIV dipende direttamente dalla quantità di virus circolante. E se si portasse il virus circolante a zero, come succede nella stragrande maggioranza delle persone in terapia? Il rischio diventerebbe de facto zero. Il nostro appello come associazione è che ogni persona sia cosciente delle sue pratiche sessuali, nei propri confronti e in quelli del/dei partner. Vogliamo veramente cambiare la società, riducendo lo stigma e l’incidenza di HIV? Allora i passi da fare sono pochi e semplici:

1)     Proteggersi sempre, indipendentemente dallo stato sierologico del partner. Un preservativo è sicuro. Chiedere i test altrui è inutile, oltre che assurdo;

2)     Facciamo i test. Moltissime associazioni in Italia eseguono test rapidi su sangue oppure su saliva, che restituiscono il risultato -sicuro ed affidabile- in solo mezzora. Allo stesso modo, ricordiamo che il test ematico ospedaliero,  ha sì un periodo finestra, ma di non oltre 4 settimane, come tutti i test AG/ab ematici ospedalieri. Invitiamo pertanto le persone ad eseguire i test per l’HIV e altre malattie sessualmente trasmissibili in quanto gratuito e doveroso, ma ricordiamo che il test non è in alcuna forma una sostituzione al sesso protetto;

3)     TAsP: treatment as prevention, ovvero trattamento come prevenzione; Ossia curiamoci, con costanza. Se tutte le persone con HIV fossero in terapia, con carica virale azzerata, l’HIV diventerebbe impossibile da trasmettere. Questo risultato non è ancora stato ottenuto anche grazie ad articoli assurdi che fomentano lo stigma come quello in oggetto, che si richiamano al terrorismo psicologico messo in atto 30 anni fa, quando non esistevano le cure attuali. Fermiamo lo stigma. Informiamoci, prendiamo piena coscienza della nostra vita sessuale e proteggiamoci. La nostra Associazione rimane a disposizione per chi volesse più informazioni in maniera anche anonima”.

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