13 Aprile 2016 - 18.49

THIENE – Profanata la tomba di Matteo Miotto

matteo miotto
Ignoti hanno profanato la tomba di Matteo Miotto, ucciso a 24 anni in Afghanistan il 31 dicembre 2010, nel cimitero di Thiene (Vicenza). E’ successo nella notte fra domenica e lunedì. Se n’è accorto il padre Franco, che si è successivamente sfogato su Facebook.

Ecco il messaggio scritto l’11 aprile. “È dal Giugno 2013 , dai giorni dell’adunata triveneta di Schio che questa scultura in ferro (dono di un artigiano bresciano , assemblata con frammenti bellici della grande guerra,) sta , o meglio stava sulla tomba di Matteo. Oggi , rispettando la quotidianità presso la tomba del ragazzo , questo è quanto ho trovato. Spesata , vilipesa è gettata in un angolo tra resti di calcinacci. Cosa posso dire: Come padre a fronte di un tale gesto di spregio , amareggiato posso solo chiedermi chi e perché . Mi ero ripromesso misura e sobrietà nelle mie espressioni di pensiero su Facebook , ma dopo attenta riflessione trovo giusto condividere con voi questo scampolo di cattiveria umana”

“Un atto ignobile da condannare con fermezza perché ferisce la memoria di un giovane della nostra terra che ha perso la vita in missione di pace – ha dichiarato il sindaco di Vicenza Achille Variati -. Mi auguro che possa essere individuato quanto prima il responsabile di questo vile gesto – prosegue il sindaco – ed esprimo solidarietà alla famiglia di Matteo Miotto, al Corpo degli Alpini, alle associazioni delle Penne Nere e al sindaco di Thiene per questo atto di grave inciviltà”.
Intanto Elena Donazzan, assessore regionale veneto all’istruzione e alla formazione ha scritto alla famiglia del giovane alpino thienese, esprimendo la sua indignazione. «Per chi lo ha conosciuto, per tutta la città di Thiene e per quanti stimano gli alpini e i giovani che credono negli ideali fino a impegnare la propria vita, Matteo è e resterà uno dei figli più belli e grandi della nostra terra», scrive l’assessore. «In questa società povera di gesti di coraggio e di rispetto per la sacralità della vita, Matteo ha dimostrato come si può essere eroi, vestendo la divisa e facendo il proprio dovere. Fa male – prosegue l’assessore veneto – immaginare la mano brutta e vigliacca, che di nascosto, con il favore del buio, va a profanare un simbolo. Spero che il responsabile sia fermato ed esposto alla pubblica indignazione perché tutti possano percepire la differenza tra la bellezza di Matteo, che per la sua coerenza e il suo coraggio resterà per sempre nella storia, e la meschinità di chi si è già condannato all’oblio con l’inutilità del suo gesto vigliacco».

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Testata Street Tg Autorizzazione: Tribunale Di Vicenza N. 1286 Del 24 Aprile 2013

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