Inchiesta su Palazzo Ducale, chiusa la posizione dell’ex assessore: pena complessiva di 4 anni e 8 mesi

Si chiude definitivamente il capitolo giudiziario che vedeva coinvolto Renato Boraso, ex assessore del Comune di Venezia, nell’ambito dell’indagine nota come “Palude”, l’inchiesta che nell’estate del 2024 aveva scosso l’amministrazione comunale lagunare.
Nella giornata di oggi il giudice per l’udienza preliminare Claudia Ardita ha accolto un nuovo accordo di patteggiamento pari a 10 mesi di reclusione, che si somma alla precedente condanna di 3 anni e 10 mesi già definita. La pena complessiva arriva così a 4 anni e 8 mesi, consentendo all’ex assessore di uscire formalmente dal procedimento.
Il nuovo patteggiamento, concordato con i pubblici ministeri Federica Baccaglini e Roberto Terzo, riguarda in particolare contestazioni di turbativa d’asta rimaste escluse dalla precedente ordinanza di custodia cautelare, oltre a un filone relativo alla presunta corruzione legata alla vendita di palazzo Poerio Papadopoli, nel centro storico di Venezia.
Boraso, assistito dall’avvocato Umberto Pauro, era stato arrestato nel luglio di due anni fa e successivamente sottoposto agli arresti domiciliari, misura revocata nel novembre scorso.
Nel corso della stessa udienza il giudice ha inoltre ratificato altri patteggiamenti collegati all’inchiesta, tra cui quelli di Carlotta Gislon e della società Mafra srl, del dipendente comunale Gianroberto Licori e degli imprenditori Nievo Benetazzo e Jacopo Da Lio, chiudendo così ulteriori posizioni coinvolte nel procedimento.













