12 Novembre 2025 - 11.57

Soffocò le figlie gemelle con dei pelouche: madre a processo in Francia

Da mercoledì a venerdì, davanti alla Corte d’Assise della Gironda, sarà processata una donna di 37 anni accusata di aver ucciso le sue figlie gemelle di tre mesi utilizzando i loro peluche. L’imputata ammette il fatto, ma nega l’intenzione di uccidere.

All’epoca dei fatti, Jennifer Bertrand aveva appena lasciato il reparto specializzato di psichiatria materno-infantile dell’ospedale Charles Perrens di Bordeaux, dove era stata ricoverata per due mesi a seguito di una depressione post-partum, continuando a ricevere cure farmacologiche e assistenza in day hospital.

Il 19 dicembre 2022, a Lamarque (Gironda), Bertrand mise a letto le figlie Ambre ed Emma verso mezzogiorno. Quasi quattro ore dopo, le neonate non respiravano più. Chiamati i vigili del fuoco, la madre ripeté più volte: “È colpa mia, ho messo i loro peluche in testa, quindi è colpa mia”. Sul posto, due vicini intervenuti su richiesta del padre, allora assente, hanno osservato che la donna appariva calma e distaccata, e hanno praticato la rianimazione cardiopolmonare fino all’arrivo dei soccorsi. Ambre è morta sul posto; Emma è deceduta poche ore dopo all’Ospedale Universitario di Bordeaux.

L’autopsia ha stabilito che l’asfissia non è stata causata esclusivamente dai peluche, ma dalla combinazione del giocattolo con la pressione manuale sui volti delle neonate, che ha occluso naso e bocca. Gli investigatori hanno inoltre accertato che nei giorni precedenti Bertrand aveva cercato online informazioni su come “far adottare i figli” o sulla sindrome della morte improvvisa del lattante. Un messaggio al marito del 3 ottobre mostrava la sua angoscia: “Ho bisogno di aiuto, altrimenti farò qualcosa di stupido o li darò in adozione”.

Durante il processo, la donna ha raccontato di essersi sentita “inutile e una cattiva madre” dalla nascita dei gemelli e di aver avuto pensieri suicidi. Sul giorno della tragedia ha dichiarato di aver posto le coperte di conforto sui volti delle figlie perché “calmassero”, ammettendo di aver premuto l’orsacchiotto sul viso delle bambine per circa un minuto ciascuna, ma negando l’intento omicida. Il 23 dicembre 2022 è stata formalmente accusata di omicidio volontario e detenuta nel carcere di Gradignan.

L’avvocato Stéphane Guitard ha sottolineato che la depressione post-partum della cliente rappresenta il “fulcro” del processo. Il padre dei gemelli, devastato dalla tragedia, è parte civile e ha chiesto il divorzio: “Non vuole che lei venga assolta, ma nemmeno condannata all’ergastolo”, ha dichiarato il suo legale, evidenziando il legame tra il crimine e la malattia mentale.

Secondo la Sanità Pubblica francese, la depressione post-partum colpisce dal 10 al 20% delle donne e può avere conseguenze significative sia per la madre che per il bambino, rimanendo spesso sottodiagnosticata.

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