Il paradosso originario: il sesso è naturale, ma l’uomo non lo vive naturalmente

Umberto Baldo
Nelle campagne di altri tempi, ma anche nelle fattorie di oggi immagino, i bambini non avevano bisogno di “educazione sessuale”. Sapevano tutto sul sesso, ma quel che più importa è che lo imparavano in modo naturale, senza traumi, nelle stalle o nei pascoli o sulle aie, semplicemente guardando gli animali.
In altre parole ai bambini delle famiglie contadine le immagini della “cicogna” o del “cavolo” sarebbero suonate false come una campana rotta, perché loro la monta del toro la vedevano sempre, e la correlazione fra quell’atto e la gravidanza della mucca era una cosa naturale.
Credo sia sempre stato così fin dalla notte dei tempi, almeno fino a quando l’essere umano ha progressivamente caricato il sesso di un senso “altro” rispetto alla mera funzione riproduttiva.
E così il sesso è stato sacralizzato, ma anche anche demonizzato, regolamentato, sublimato, commercializzato, persino trasformato in arte o in reato.
Nessun’altra specie fa nulla del genere.
In natura il sesso è funzione, impulso, esigenza di specie.
Gli animali lo fanno quando sono in calore, quando la biologia chiama, punto.
Nell’uomo, invece, il sesso è diventato un evento mentale prima che fisico, carico di tutto ciò che la cultura ci ha costruito sopra: aspettative, divieti, ruoli, desideri, sogni, paure.
Eppure, è la cosa più naturale che abbiamo; è l’inizio della vita.
Ma forse è proprio per questo che… l’abbiamo nascosto, ritualizzato, mistificato.
Come se uno dei nostri bisogni più potenti dovesse essere “purificato” per diventare “accettabile”.
L’atto sessuale è universale.
È lo stesso per il gatto randagio e per l’imperatore romano, per la libellula e per il patriarca biblico.
Ma solo l’uomo, tra tutte le creature, ha avuto l’impulso — o la follia — di alzare gli occhi al cielo mentre si spoglia.
Solo l’uomo ha voluto dare un nome all’estasi.
Chiamandola amore, peccato, promessa, offerta.
Solo lui ha pensato che in quell’istante, in quel fremito di carne, ci fosse qualcosa che trascende la carne stessa.
Una scintilla di eterno, un assaggio di Dio.
Non ci bastava la biologia. Noi volevamo il mistero.
E così abbiamo sacralizzato il sesso.
Lo abbiamo chiuso nei templi, legato ai riti, consacrato all’altare del matrimonio.
Lo abbiamo raffigurato sulle pareti delle grotte neolitiche, scolpito nei templi indiani, cantato nei Salmi, “tecnicizzato” nel Kamasutra.
Ma lo abbiamo anche nascosto sotto la tunica del pudore, ricoperto di vergogna, sepolto nei silenzi.
Siamo l’unica specie che ha inventato il “peccato della carne”.
E forse anche per questo, il sesso non è mai solo sesso.
È confessione, implorazione, prova, preghiera, sfida, a volte guerra.
E anche costruzione giuridica e sociale.
Basti pensare, solo per fare un paio di esempi, all’importanza della “verginità” della donna in tutte le culture per la determinazione della legittimità della prole (e anche per la validità del matrimonio), o al delitto d’onore.
Non ho certo la presunzione di rispondere a domande che l’umanità si pone dalla notte dei tempi, sulle quali ci hanno perso la testa generazioni di filosofi, teologi, giuristi.
Io mi limito a pormi qualche domanda, partendo dalla più naturale: perché?
Io credo che ciò sia dovuto al fatto che l’uomo, a differenza dell’animale, sa di dover morire.
Questa consapevolezza del limite esistenziale fa sì che ogni esperienza intensamente vitale – e il sesso sicuramente lo è – diventi anche un’esperienza vertiginosa.
È come affacciarsi sull’abisso della propria finitezza. Per questo è così carico: ci ricorda chi siamo, ma anche cosa non possiamo essere.
Nel sesso convivono la promessa della vita (procreazione) e la perdita del controllo (l’orgasmo come “piccola morte”).
In molte culture antiche, l’unione sessuale era rappresentazione simbolica del cosmo: maschile e femminile si univano per “ri-creare il mondo”.
Non è un caso che nei culti arcaici (babilonesi, indiani, greci, egizi) ci fossero vere e proprie pratiche religiose basate sull’unione sessuale, considerate sacre.
Il Cristianesimo – soprattutto nella sua versione cattolica – ha avuto un ruolo fondamentale nel sacralizzare il sesso, ma anche nel colpevolizzarlo.
Non il sesso in sé, ma quello fuori da un certo ordine morale e sociale (monogamia, matrimonio, procreazione).
Questa sacralizzazione ambivalente (il sesso è santo, ma solo se fatto in un certo modo, decretare che il matrimonio è un sacramento, la sublimazione della castità) ha lasciato un’impronta profondissima nella coscienza occidentale.
Così il corpo è diventato sospetto, il piacere pericoloso, la carne tentazione, l’amore libero peccaminoso.
Il sesso, anziché essere vissuto in modo naturale, per secoli è stato temuto, nascosto, represso, punito.
Ancora oggi, in gran parte dell’Occidente, il sesso è anche colpa, ossessione, ansia da prestazione, pornografia, consumo.
La sacralità si è trasformata in mercato.
Ma la tensione profonda resta, solo camuffata da libertà apparente.
Ma come spesso succede per la legge degli opposti, oggi siamo arrivati ad una commercializzazione feroce del corpo, quasi estrema, che contrasta proprio con l’antica idea di sacralità.
Oggi il sesso è ovunque: nella pubblicità, nei social, nei media, ma spesso svuotato del suo senso profondo, come una moneta che circola senza valore intrinseco.
Cercando una conclusione, che non esiste, mi sento di dire che solo la specie umana sacralizza il sesso, perché solo l’uomo ha bisogno di trasformare la natura in cultura, il bisogno in rito, l’istinto in racconto.
Non sempre è un bene, non sempre è un male. Ma è profondamente umano.
Viviamo nell’epoca dell’iper-esposizione e del vuoto.
Corpi dappertutto, pornografia h24, app per accoppiarsi come ricci.
Ma poi, il desiderio? L’emozione? Il senso?
Il “sesso”, non solo come accoppiamento ovviamente, è la cosa più semplice e nello stesso tempo la più complicata che l’uomo abbia mai inventato.
I gatti lo fanno. I cani lo fanno.
Gli esseri umani… lo raccontano, lo giudicano, lo comprano, lo proibiscono, lo teorizzano, e poi, a volte……. lo fanno.













