Veneto – Giovane magrebino violenta donna che passeggia col cane a Legnago. Dalla Lega: “Castrazione chimica”

ISCRIVITI AL CANALE WHATSAPP DI TVIWEB PER RIMANERE SEMPRE AGGIORNATO
Una donna di circa 40 anni è stata aggredita e violentata venerdì scorso, mentre passeggiava con il proprio cane lungo l’argine dell’Adige, a Legnago, nel tratto compreso tra ponte Principe Umberto e il ponte della ferrovia Mantova-Monselice. Il fatto è avvenuto poco dopo le 19, in una zona verde molto frequentata da sportivi e famiglie.
Secondo quanto ricostruito dai carabinieri, l’aggressione è avvenuta all’interno di un canneto. A compiere la violenza sarebbe stato un uomo, presumibilmente di origine maghrebina, che ha approfittato di un momento di solitudine per colpire la donna. A interrompere l’episodio sono stati i guaiti del cane e il sopraggiungere di due passanti, che hanno messo in fuga l’aggressore. La vittima, trovata seminuda e in stato di shock, è stata soccorsa e accompagnata prima al pronto soccorso dell’ospedale “Mater Salutis” di Legnago e poi trasferita a Verona per ulteriori accertamenti.
Le forze dell’ordine hanno avviato le indagini per individuare il responsabile, che si sarebbe allontanato a piedi in direzione del ponte Principe Umberto.
Sul caso è intervenuto il consigliere regionale dell’intergruppo Lega – Liga Veneta Filippo Rigo:
“La notizia della violenza ai danni di una donna di Legnago è sconcertante. Il fatto che, a quanto pare, non si tratti del primo caso nella zona, rende tutto ancora più drammatico”, ha dichiarato.
“Sono vicino alle vittime e a tutte le donne che non si sentono al sicuro. Sono certo che le forze dell’ordine faranno tutto il possibile per assicurare alla giustizia chi ha commesso un’atrocità simile. Ma non basta: per i violentatori servono pene esemplari. Castrazione chimica e, se stranieri, anche il rimpatrio. L’Italia ha bisogno di persone che lavorano, non di chi semina terrore”, ha concluso.
I carabinieri stanno proseguendo le ricerche e analizzando ogni possibile elemento utile all’identificazione del responsabile. Nel frattempo, nella comunità cresce la preoccupazione per la sicurezza lungo i percorsi naturalistici e gli argini del fiume, frequentati ogni giorno da centinaia di cittadini.













