Vicentina tentò di rapire una bimba, per i giudici è capace di intendere e di volere
Tentò di rapire una bambina o cercò semplicemente di aiutarla. Si aggroviglia la vicenda che vede coinvolta una 32enne vicentina di origini marocchine, ora agli arresti domiciliari a Vicenza, che lo scorso settembre avrebbe tentato di rapire una bambina di due anni nel parco di Roccafranca, nel Bresciano.
La donna è stata sottoposta a perizia psichiatrica. Pur essendo stati rilevati lievi disturbi psicologici, si è stabilito che è pienamente capace di intendere e di volere. Dovrà quindi subire un processo, dal 3 marzo prossimo.
Al parco la donna avrebbe preso per mano la bambina e si sarebbe allontanata. La difesa ha sempre giustificato questo atto come un gesto materno e istintivo poiché avrebbe notato la bambina da sola, in cerca della madre, e l’avrebbe semplicemente avvicinata per aiutarla a trovarla. Inizialmente era coinvolta anche una sua cugina, completamente scagionata, che avrebbe però sempre difeso l’operato della giovane vicentina.
“Abbiamo solamente spostato la bimba sul fianco – ha raccontato la donna poi prosciolta dalle accuse – così che la mamma potesse prenderla. Volevamo aiutarla e ci è finita addosso questa assurda accusa del rapimento”.
Per i genitori della bimba, residenti a Coccaglio in provincia di Brescia, invece, si trattò di tentato rapimento. Era successo un gran casino, in quel pomeriggio di settembre. Le grida, l’intervento della Polizia Locale, l’arrivo dei Carabinieri. A partire da marzo, in tribunale, si cercherà di stabilire cosa sia realmente accaduto.














