18 Dicembre 2020 - 18.05

Follia di regole e contro-regole per Natale: il Paese della confusione totale

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Bepi Balsamo

Modello Italia? Niente affatto: un anti-modello per antonomasia. L’avvicinarsi del Natale fa emergere il Paese nella sua principale debolezza: l’assenza di programmazione.

Dopo essere stati investiti dalla seconda ondata mentre decantavamo la nostra bravura e mentre ci avviamo ad essere il Paese di medio grandi dimensioni più colpito al mondo dal covid (oltre che il più colpito economicamente, oltre al danno… la beffa), siamo travolti da una marea di regole e controregole fatte all’ultimo minuto. Un insieme di ‘permetto’ e ‘non permetto’ che allontanano l’attenzione dei cittadini dal principale problema sanitario, svilendolo di fronte alla confusione nell’organizzare la propria vita e creando pericolose derive lassiste. Da quando si è pensato più a chiudere le palestre senza pensare a controllare con il triplo degli sforzi le case di riposo, vi è stata un’escalation di annunci e contro-annunci.

Il calendario di Natale fa passate tutti in zona rossa nei giorni 24-25-26-27 dicembre, 31 dicembre, 1-2-3 gennaio e 5 e 6 gennaio. Le Regioni abbandonano il loro colore originario per passare alle restrizioni massime.

La decisione arriva il 18 dicembre, immediatamente prima del periodo preso in considerazione e l’indecisione finora non ha permesso alcuna programmazione.

Il lockdown totale non lascia spazio a dubbi ma le aperture parziali impediscono ad esercenti ed utenti di programmare qualsiasi cosa. Tutto questo mentre il governo ha lanciato il cashback per invitare le persone a fare acquisti e a spingere ai consumi.

Da giorni si parla di come potranno essere le cene e i pranzi (in due, in tre, con il cane, con il gatto, con l’amante purché il suo cognome inizi per Z. o P., etc…), salvo poi decretare zona rossa tutta l’Italia (è impedito qualsiasi spostamento fuori casa) salvo poi annunciare deroga ‘a breve’ per i pranzi di Natale, salvo poi litigare sulle regole nella continua battaglia fra rigoristi marziani e lassisti marziani.

Della scuola non parliamo. Si parte, non si può partire, si deve partire, ma si deve stare a casa. Tutto questo con milioni di giovani appesi a decisioni tentennanti che si riflettono sulla loro vita.

Le Regioni poi ci mettono del proprio. Sono contro le chiusure ma invocano le chiusure e nel frattempo emettono ordinanze che si sommano a quelle nazionali, che implicano un abbinamento di regole enigmatico. A queste ordinanze sono previste deroghe (vedi per esempio il “se si tarda a pranzo si può rientrare anche dopo le 14 in altro Comune”).

Non osiamo pensare a quanto questo si rifletta sulle forze dell’ordine, chiamate a controllare con una scheda a 18 colonne in mano le tipologie di spostamento. Per decidere se dare una sanzione servirà un ‘tavolo concertativo’ fra l’agente di polizia e il cittadino per arrivare ad un accordo.

Insomma… siamo passati dall’Andrà tutto bene all’Andrà tutto a caso

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