12 Novembre 2020 - 14.19

Il grido d’allarme di Venezia: “Il commercio muore”

Gondole ferme, ormeggiate, e file di serrande abbassate. Un video reportage realizzato dal videomaker veneziano Andrea Rizzo con l’associazione cittadina Venessia.com documenta la situazione in cui versano le attività economiche del centro storico veneziano e lanciare un grido d’allarme.

La giornata non è stata scelta a caso, oggi infatti ricorre il primo anniversario dall’acqua alta eccezionale di 187 centimetri che mise in ginocchio il centro storico lagunare. Da San Marco a Rialto fino a Canneregio sono numerosi i negozi chiusi ripresi e così i locali, bar e ristoranti, mentre tra chi ha ancora le serrande alzate si leggono cartelli di svendite e di “cedesi attività”. In un città che vive prevalentemente di turismo molti si sono fermati e altri si stanno fermando a causa dell’emergenza sanitaria che ha inferto un altro duro colpo dopo l’acqua alta eccezionale del 12 novembre. Gli operatori intervistati sono il gondoliere Diego Redolfi, i ristoratori Simone Poli del ristorante “Ai mercanti” ed Eligio Paties del “Do Forni”, l’albergatore Stefano Masserini, il venditore di sigarette elettroniche Federico Arcudi, Manuel Tiffi e Matteo Secchi di Venessia.com. “In questo momento, di fatto, Venezia è in lockdown economico – dice il gondoliere – Palazzo Ducale è chiuso, bar e ristoranti chiusi alle 18, è impossibile fare turismo in queste condizioni”. “Purtroppo Venezia rispetto a tutte le altre città d’Italia – spiega Simone Poli – ha avuto un prima grande problema che è stata l’acqua alta di un anno fa che ci ha messo in ginocchio, la più alta di tutta la storia. Poi abbiamo iniziato con il Covid a marzo che ci ha fatto chiudere tutte le attività e adesso la terza mazzata: dobbiamo lavorare fino alle 18 e purtroppo gli incassi sono ridotti del 70-80% con la città completamente vuota. Non so se andremo avanti per molto così”. Parole amare anche dai ristoratori. “Rimaniamo aperti per onor di cronaca, per far vedere che questa città è ancora viva e non muore – commenta Paties – ma se continua così muore da sola”. “La situazione si può definire drammatica” dice Secchi.
    “Nessuno si salva questa volta – conclude Tiffi – le attività di Venezia si stanno sgretolando”. (ANSA).

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