Arrestato per ‘ndrangheta, coinvolto nel sequestro Celadon ma il reato è prescritto

Uno degli arrestati dell’operazione “Freeland” condotta dalla polizia di Trento contro la ‘ndrangheta in Trentino Alto Adige ieri potrebbe aver avuto un coinvolgimento nel sequestro di Carlo Celadon, il 19enne che nel 1988 fu rapito ad Arzignano dalla criminalità organizzata e tenuto prigioniero in Calabria per oltre 800 giorni.
Si tratta di un 62enne domiciliato a Pergine e residente a Laives, originario di Cosenza. L’uomo, secondo quanto emerso dalle indagini, in una conversazione captata con un altro sodale avrebbe rivendicato la sua partecipazione al sequestro, riportando dettagli che, dicono gli investigatori, “erano effettivamente emersi nelle indagini dell’epoca». Il reato non è stato contestato anche perché prescritto, ma «il solo fatto di attribuirsene la paternità – ha spiegato il capo della Squadra mobile di Trento, Tommaso Niglio – denota la pericolosità del soggetto”. L’uomo, al quale nell’indagine odierna vengono contestati episodi di minacce ed estorsioni, sulla carta svolgerebbe il ruolo di agente di commercio e sarebbe impiegato nel settore del trasporto di pane e medicine in provincia di Trento.













