VICENZA – Cicero attacca i nomadi, Variati e Formisano e… i nomadi attaccano Cicero
Reprimenda ufficiale al consigliere Claudio Cicero (lista Cicero a 360 gradi) che ieri in seduta aveva apostrofato pesantemente i nomadi. «Vivono nello sporco, come fanno i maiali che stanno nel luamàro, e non sono abituati a stare in un ambiente pulito». Subito erano scattate le proteste dell’associazione Sinti italiani, secondo cui «sono frasi di stampo nazista» e del sindaco, Achille Variati, che le ha definite inaccettabili. Anche Sel aveva risposto: «Dichiarazioni incompatibili con la carica di consigliere». Tutto parte dal rifiuto di alcune famiglie Rom di trasferirsi nel campo rinnovato di Viale Cricoli dopo essere state spostate nell’area temporanea a pochi metri di distanza sostenendo che i lavori sono stati fatti male ed è il periodo più freddo dell’anno. Cicero ha dichiarato: “Come si possono permettere minimamente di affermare che non gli piace il campo? Certo che non gli piace, avete mai provato a vedere dove stanno i maiali? Stanno bene in quello che i vicentini chiamano luamàro perché non stanno nel pulito ma nello sporco. E allora, a loro, vedere questo campo così pulito non gli va bene, perché sono abituati a stare in un altro ambiente».
Oggi arriva anche la risposta ufficiale del consiglio comunale. Il presidente Federico Formisano ha inviato ai consiglieri un forte richiamo a non travalicare i limiti della decenza. Questa la sua dichiarazione: “I poteri del presidente del Consiglio Comunale, in merito alla gestione delle sedute consiliari, sono stabiliti dall’ art. 13 comma 2 del Regolamento del Consiglio Comunale. che concede al Presidente il potere di richiamare i consiglieri che pronuncino parole ingiuriose o sconvenienti e di interdire la parola qualora questi fatti si ripetano.
Finora non sono mai dovuto ricorrere a questi estremi sia perché i consiglieri ben difficilmente hanno trasceso nelle espressioni, sia perché ho ritenuto di non applicare eccessiva rigidità nell’applicazione del regolamento consiliare affidandomi alla considerazione che l’intelligenza delle persone consente generalmente di regolare le espressioni da usare all’ambiente del Consiglio Comunale.
Nel rammentare che tra i principi cardine del nostro Statuto vanno richiamati quelli menzionati nell’art. 5 in particolare al comma 1 “Il Comune di Vicenza ispira la propria azione ai valori di libertà, uguaglianza e fraternità; è al servizio della persona, del cittadino, della famiglia e della comunità, promuove la solidarietà e la coesione sociale” e al comma 3 “ il Comune promuove politiche attive per contrastare ogni forma di discriminazione fondata in particolare sul sesso, sulla razza, il colore della pelle e l’origine etnica e sociale, ecc. “ ritengo opportuno formulare un forte richiamo ai consiglieri comunali affinché nell’esercizio delle loro funzioni e nell’ambito della libertà di espressione, non travalichino comunque i limiti della decenza e delle espressioni inopportune”.
Che risponderà Claudio Cicero? Alla prossima puntata














