VENETO- Le bombe di neve ci hanno rotto le palle
di Giulia Marcigaglia-
Bene, la neve è tornata, ma questa non è di certo una novità, visto che, da giorni, le previsioni meteo non parlavano d’altro. Quando questa mattina alla 5 mi sono svegliata per andare a bere un bicchiere d’acqua e ho visto quello che stava succedendo fuori dalla finestra, mi sono subito allarmata. Nelle orecchie, hanno iniziato a risuonarmi le parole di mia madre che, quando per televisione qualcuno parla di neve, inizia a ricordami di mettere gli scarponi, di andare a lavorare a piedi “che non si sa mai”, di stare attenta alle strade ghiacciate e, soprattutto, di non prendere la macchina di sera “per nessun motivo al mondo”, come se di sera, grazie alla neve, i lupi arrivassero in città, manco vivessimo nella Foresta Nera.
Apprensione a parte, la neve è bella ed anche romantica, sotto certi punti di vista. No, non preoccupatevi…non sono sotto effetto di sostanze stupefacenti. Quello che voglio dire è che, quando hai 16 anni e i tuoi ti lasciano stare a casa da scuola perché, per l’ennesima volta, hanno creduto alla storia che gli autobus potrebbero non passare, la neve è la cosa più bella del mondo. E anche a (quasi) 30 ha il suo fascino, ma solo se sei in vacanza, in una favolosa località di montagna, con un Alexander Skarsgård nostrano (andrebbe bene anche la versione originale, ma voliamo basso) e puoi passare le tue giornate a sciare e poi sorseggiare dell’ottimo vino rosso, davanti al caminetto della baita dove soggiorni. Un po’ come negli episodi invernali delle soap opera, quando i protagonisti vanno a passare le vacanze di Natale ad Aspen o, per i cugini più sfigati delle serie italiane, a Madonna di Campiglio.
Scherzi a parte, alla mia età non posso più marinare la scuola utilizzando la scusa dei mezzi pubblici, e a lavorare ci devo andare in auto. Senza contare che, ahimè, non sono in vacanza, né tantomeno in baita a sorseggiare dell’ottimo vino rosso davanti al fuoco. Inerme e senza alcuna possibilità di sopravvivere a giornate come questa, non posso fare altro che dare un giudizio su ciò che accade attorno a me. Non saprei quale sia la morte peggiore tra il trovarmi bloccata in mezzo al traffico, causato da chi, appena vede un po’ di neve a bordo della carreggiata, disimpara come si guida, le discussioni con persone paranoiche, nonché neve-fobiche, e i post degli allarmisti di facebook che predicono bufere e settimane di clima glaciale “perché il meteorologo della tv ha detto che questo sarà l’inverno più freddo degli ultimi 50 anni”.
Non stiamo parlando di una bomba, ma solo di neve! Con i giusti pneumatici e ad una velocità limitata si può andare ovunque (ma del resto, come diceva anni fa il mio istruttore di scuola guida, “se nevica e se piove, la strada si riempie di imbecilli”). E, a dirla tutta, non è nemmeno tossica, anzi, a differenza della pioggia, non rovina la messa in piega. Per quanto riguarda gli esagitati, invece, consiglio di googlare Oymyakon, caratteristica località della Siberia dell’est, nonché villaggio più freddo del mondo. Ecco, fino a che i suoi 500 abitanti riusciranno a sopravvivere agli abituali 67° sottozero, anche noi avremo la situazione sotto controllo.














